Regia: Zach Cregger, Trevor Moore
Cast: Trevor Moore, Zach Cregger, Raquel Alessi, Molly Stanton, Craig Robinson, Hugh M. Hefner
Durata: 89 minuti
Anno: 2009
Hanno curato il prodotto dall’inizio alla fine Zach Cregger e Trevor Moore, i due sono infatti sceneggiatori, attori protagonisti e registi di Miss Marzo, commedia che cerca anche di superare il demenziale americano e l’approccio volgare inaugurato dai fratelli Farrelly per arrivare ancora più in là. Più in là con “l’audacia” delle gag e con il politicamente scorretto. Comicità per stomaci forti si potrebbe dire.
La struttura è quella del buddy movie. Ci sono due amici dall’infanzia, uno più stupido e uno solamente ingenuo che si somigliano in tutto tranne che per l’approccio al sesso. Se uno infatti è intenzionato a dosare la propria sessualità (anche con la propria ragazza), l’altro è un vero e proprio maniaco sessuale (di quelli che una ragazza non la possono avere proprio).
Un incidente manderà in coma il primo e una mazzata in fronte lo risveglierà dopo alcuni anni. Anni nei quali l’amico non sembra cambiato ma quella che una volta era la ragazza si. Ora lavora a Playboy. Urge quindi una spedizione al villino di Hefner (che ha anche un piccolo ruolo) per scoprire l’arcano della trasformazione.
Non c’è solo l’adattamento italiano a penalizzare inevitabilmente l’esito comico, purtroppo dietro la volontà di “esagerare” non c’è nessuna idea. Le esagerazioni del film, sebbene in certi momenti riescano a centrare il punto regalando (se non altro) delle perle di autentica e spontanea meschinità umana, si limitano in generale a scalfire l’obiettivo preposto.
Non è insomma che si rida moltissimo in Miss Marzo e dell’altra parte nemmeno si intuisce il tentativo di fare qualcosa di nuovo o di diverso, ma solo quello di spingere alle estreme conseguenze il già visto e il già battuto.
Non è infine nemmeno un film che si “lascia vedere” (categoria innocua per eccellenza), poichè gli eccessi tanto ricercati dagli autori appesantiscono molto e se non riescono a divertire risultano imbarazzanti, insostenibili se non quasi offensivi.
La volgarità spinta è la nuova comicità o è solo una moda? I fratelli Farrelly hanno fatto danni o hanno rinfrescato un panorama agonizzante? Qui le altre critiche