Un paio di giorni fa vi abbiamo mostrato la prima parte del reportage sul set di The Wolfman, realizzato dalla rivista Empire. Oggi continuiamo questa visita dietro le quinte del remake del film del 1941 con la seconda parte dell’articolo tradotta in Italiano:
Buona lettura!
Nessuno è più interessato ad assicurarsi di non prendere la direzione sbagliata più di Benicio Del Toro, il protagonista del nuovo film. In fondo questo film è soprattutto più importante per lui più di chiunque altro. Infatti, non avreste mai letto questo articolo se non fosse stato per il gusto decorativo che ha ispirato l’attore premio Oscar. “Ho il poster del film originale appeso al muro – dice Del Toro, durante una pausa mentre gira le scene finali del film – E’ un classico in bianco e nero con Chaney Jr. truccato da Jack Pierce. Il mio manager, Rick Yorn, era in casa mia un giorno e mi parlava quando d’un tratto ha indicato il poster e mi ha detto: ‘Sai, domani vado alla Universal. Dai, facciamo questo film!’. E io ero stupito… adoro quei mostri e quindi ho pensato: ‘Sì, potrebbe essere davvero bello fare il remake’”.
L’amore di Del Toro verso film originale risale a molti anni fa, alla fine degli anni ’70, quando era ancora un ragazzino e con uno dei suoi cugini più grandi decise ad Halloween di vedere “quei film che non avrebbe dovuto vedere”. Un solo ululato e il ragazzino era già scioccato – oggi Del Toro parla dell’originale come uno dei suoi film preferiti e, intanto, la sua collezione di memorabilia da quel film pare sia davvero impressionante e “epicamente da malati!”, quindi ogni remake che sarà fatto da quel film, secondo lui deve vivere parallelamente all’originale che gli mostrò per la prima volta cos’era un vero horror. “Sono stato coinvolto nel progetto sin dagli inizi, perché siamo stati noi a proporlo allo Studio. Ed è un film che amo tantissimo. Il nuovo film segue l’originale, ma ha anche elementi da Il segreto del Tibet (Werewolf of London, il meno conosciuto e più violento film della Universal uscito poco prima del film del 1941)”. L’uomo lupo di Waggner riusciva ad essere toccante e conteneva vere emozioni umani, Il segreto del Tibet, invece, aveva il sangue e un paio di elementi che sarebbero stati interessanti dopo.
Del Toro è davvero l’unico necessario della partita che è entrato a far parte del progetto sin dagli inizi. Dietro la macchina da presa ci sono stati alcuni cambiamenti – forti come scosse sismiche – che sono finiti direttamente su internet. Una prima stesura del copione era stata fatta da Andrew Kevin Walker (Seven) e dopo revisionata da David Self (Era mio padre). È una cosa un po’ insolita per un blockbuster prodotto da uno studio, ma quello che ha davvero preoccupato è stata la partenza di Mark Romanek (One Hour Photo) che era il primo regista del film e che ha lasciato la produzione per divergenze creative delle quali nessuno parla o non è in grado di spiegare. Il regista era già in piena pre-produzione e aveva già incontrato diverse volte il dio degli effetti speciali, Rick Baker che ha fatto di tutto per avere l’opportunità di rendere omaggio ad uno dei suoi eroi del make up… tutto era pronto per le riprese. E poi Romanek ha mollato.
“E’ stato incredibilmente spaventoso – dice Emily Blunt – Il film era diventato un qualcosa di cui tutti eravamo certi e poi abbiamo visto l’allarme rosso. Non so davvero cosa sia successo… ma ci sono state alcune settimane dove eravamo davvero preoccupati. Abbiamo investito tanto su questo progetto che non poteva non essere realizzato”.
FINE SECONDA PARTE – PRESTO VI FAREMO LEGGERE LA TERZA E ULTIMA PARTE. Per sapere tutto su The Wolfman, vi ricordiamo che troverete tutto all’interno della nostra scheda.