Outlander, la recensione in anteprima

Pubblicato il 29 giugno 2009 di Gabriele Niola

Outlander Poster ItaliaRegia: Howard McCain
Cast: James Caviezel, Sophia Myles, Jack Huston, Ron Francis Perlman, John Hurt
Durata: 115 minuti
Anno: 2009

Il pubblico di nicchia lo ama e forse nel circuito DVD farà anche una certa fortuna. Ma io proprio non l’ho sopportato.

Outlander è praticamente una rielaborazione delle dinamiche e dei valori alla base di Beowulf unendoci suggestioni (ma vaghissime proprio) da Alien, per un pubblico coatto.
Si racconta di un alieno che atterra per errore sul pianeta terra nell’età del ferro (cosa che gli dice il suo computer e che ci fa capire che gli alieni contano le ere del nostro pianeta come noi e gli danno anche gli stessi nomi!) e nell’attesa che vengano a riprenderlo si unisce ad una tribù di vichinghi. Il motivo è che con lui è atterrato anche un mostro orrendo che ha fatto strage della sua famiglia sul pianeta natio e che si è inconsapevolmente portato dietro. L’obiettivo dunque sarà distruggere la creatura immonda e salvare villaggio e nuovo amore maturato in loco.

A far pensare a Beowulf però non è solo l’ambientazione nordica e la bestia da uccidere quanto anche le pretese simboliche messe sul piatto. Certo si parla di “pretese” e non di reale simbolismo poichè il vero scopo di Outlander è di fare buona azione a basso costo (tutto il comparto di costruzione di una plausibilità per la figura e il background dell’alieno è proprio trattata con superficialità).
Purtroppo però non fa nemmeno buona azione. Il film infatti è montato molto male, cosa che rende difficile la comprensione delle scene più concitate e a parte una o due intuizioni (la torcia gettata ad illuminare la bestia) non c’è molto di interessante e coinvolgente se non il già visto. In maniera molto controproducente poi come detto Outlander abusa di citazioni da Alien, modello inarrivabile.

A mio parere non è nemmeno un buon esempio di grande cinema di serie B poichè manca dei valori di asciuttezza, grande mestiere e innovazione all’interno delle stringenti dinamiche di genere che rendono alto il cinema considerato basso.
Tuttavia il film ha riscosso un certo successo presso il pubblico cui è diretto, segno che riesce a cogliere nel segno della nicchia che cerca.

Cinema per coatti o film onesto? Intrattenimento per tutti o film da DVD a basso costo? Qui il resto della critica.

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