Regia: Dennis Iliadis
Cast: Sara Paxton, Monica Potter, Garret Dillahunt, Tony Goldwyn, Riki Lindhome, Spencer Treat Clark
Durata: 100 minuti
Anno: 2009
Si dovrebbe in teoria parlare di remake, perchè il film ha il medesimo soggetto (e cosa commercialmente più importante) il medesimo titolo del primo lungometraggio per il cinema di Wes Craven del 1972, in realtà si tratta di puro sfruttamento di un titolo diventato cult con gli anni (anche se in pochi l’hanno davvero visto) a fronte di un film completamente diverso dall’originale pur basandosi su un’idea simile.
Il film di Craven infatti era un horror che sentiva molto l’influenza del cinema degli anni ’60, molto libertario sia nelle tematiche che nelle riprese. Uno stile d’epoca che oggi non potrebbe reggere assolutamente specialmente per l’uso per contrasto di musica da commedia e per la totale insensibilità alla violenza del regista.
Qui invece la sensibilità alla violenza c’è e come! Ogni atto violento è sottolineato da inquadrature ravvicinate e prolungate, da stacchi di montaggio precisi e morbosi, nonchè da una ricerca sistematica dell’efferatezza senza però che ci sia la volontà di compiere un discorso su di essa. L’obiettivo è intrattenere. I protagonisti compiono atti da normale film dell’orrore e ad essere più efferato è solo il modo iperbolico con cui sono mostrati.
L’Ultima Casa A Sinistra nella rilettura di Dennis Iliadis diventa un canonico film dell’orrore con qualche ottima immagine o idea di regia (bellissima l’immersione in acqua della protagonista) che però sembra stonare nel piattume generale, elementi che creano disarmonia con la restante banalità.
Più che cercare di scardinare e condannare il desiderio di sicurezza borghese come faceva Craven qui si respira più la volontà di mostrare la vendetta che i borghesi si prendono contro gli invasori della loro proprietà privata, in un movimento esattamente opposto all’originale.
Immancabile poi il discorso sulla paternità portato avanti dai criminali padre/figlio, in cui il figlio vessato cerca un riscatto passando dalla parte della legge contro un padre padrone senza personalità. Stesso avvenimento che avevamo visto nel film di Craven ma dotato di valori completamente diversi.
Più che dalle parti di L’Ultima Casa A Sinistra siamo dalle parti di The Strangers, senza però la secca e rigorosa costruzione della suspense di Bryan Bertino.
Film horror o operazione di sfruttamento commerciale? Quando l’horror è tale? Come deve fare paura e che uso deve fare della violenza? Qui le altre recensioni