Regia: Mark Waters
Cast: Matthew David McConaughey, Jennifer Garner, Lacey Nicole Chabert, Emma Stone, Christina Milian
Anno: 2009
In soli sei mesi questo è il secondo film in uscita che rivede la struttura di Il Canto di Natale di Dickens per parlare di qualcosa che non sia il Natale. Già a Gennaio era uscito nelle nostre sale Tutti Insieme Inevitabilmente, che pur in maniera indiretta affrontava comunque un viaggio (in 4 tappe invece che 3) tra rievocazioni presenti, passate e future per operare un cambiamento interiore ai protagonisti.
Ora La Rivolta Delle Ex (solito titolo italiano incomprensibile se confrontato con l’originale Ghosts Of Girlfriends Past, anche perchè le Ex del titolo non si rivoltano!) invece prende di mira il classico dickensiano in maniera più diretta ed esplicita. Ci sono tre fantasmi che mostrano al protagonista il suo passato, il suo presente e il suo futuro per dimostrargli come il suo atteggiamento da maschio scapolone, incallito, sciupafemmine non fa che renderlo solo, triste e infelice e che quindi deve cambiare e sposare la donna che ha sempre amato invece di farla soffrire.
Dunque il Canto di Natale che incrocia il cinema del filone matrimoniale, quello dove il matrimonio viene dileggiato per scherzo ma continua sempre a costituire un punto di riferimento fondamentale di fronte al quale tutti i protagonisti devono capitolare e che è il simbolo del ritorno in uno stile di vita irregimentato per figure fuori dagli schermi (per quanto banalmente fuori dagli schemi potesse essere il personaggio di Matthew McConaughey).
La Rivolta Delle Ex in particolare non ha nemmeno la decenza di mostrare e parlare con comprensione di stili di vita differenti dal normale. Non siamo dalle parti della commedia stile Apatow (Superbad, Role Models, Molto Incinta ecc. ecc.) nella quale i protagonisti sono allo stesso livello degli spettatori e il regista racconta la loro storia prendendoli sì in giro (è pur sempre una commedia) ma con amore e comprensione, qui siamo più dalle parti dell’esaltazione del mito del migliore.
Il protagonista ha già tutto e alla fine avrà anche di più, e chi nel film ha di meno viene dileggiato e schernito dall’alto verso il basso. Una cosa che sorprende chi aveva già visto Mark Waters descrivere le strutture sociali giovanili in maniera interessante in Mean Girls.
In più il film non spicca nemmeno troppo per doti comiche. Se si eccettua il fascino che ha sempre il veder rappresentato in chiave ironica il rituale del corteggiamento come se fosse qualcosa di altamente schematizzabile e il carisma dell’idea dickensiana di rivivere la propria vita passata, presente ed avere un’anticipazione di quella futura con la consapevolezza di poterla cambiare, per il resto il film procede senza guizzi, nemmeno quando entra in scena, con una parte da vecchio leone, Michael Douglas.
Cinema pro matrimonio o solo apparentemente dalla parte dello stile di vita mainstream? Le commedie sofisticate hanno il matrimonio nel loro DNA? Qui le altre recensioni