Riassunto delle puntate precedenti:
Due giorni fa sono arrivate le prime recensioni americane, poi la guerra delle recensioni è veramente iniziata con i primi blog italiani. Successivamente c’è stato il secondo round con la recensione dell’Hollywood Reporter. E’ stato a quel punto che noi di Screenweek ci siamo recati sul campo di battaglia e vi abbiamo mostrato la nostra prima recensione di Transformers – La vendetta del Caduto. E oggi la guerra dei giornalisti continua:
Vi mostriamo la recensione di Variety, che ha apprezzato abbastanza il film di Michael Bay, elogiandone le performance robotiche!!
Abbiamo tradotto la recensione per voi e l’abbiamo ripulita da qualsiasi tipo di Spoiler, quindi non c’è da preoccupearsi: Buona lettura!
Con macchine che sembrano in tutto e per tutto reali e personaggi che sembrano più o meno espressivi come macchine, Transformers – La vendetta del Caduto porta la franchise ad un livello superiore di intelligenza artificiale. E, invece, l’intelligenza umana è soprattutto al servizio dell’arsenale degli effetti speciali, che Capitan Michael Bay sfrutta come un generale che scatena la sua guerra psicologica sui sensi.
Per quanto riguarda tutto il resto, poco sembra nuovo paragonato al primo capitolo, tranne il fatto che questo è più lungo, fracassone e forse “più di quanto il vostro occhio riesce a cogliere” in un’unica seduta. E farà a pezzi i box office del mondo. Partendo proprio da dove il primo capitolo era finito, il numero due – di una inevitabile trilogia – continua a tenere alta la bandiera dei giocattoli e dei cartoni degli anni ’80 della Hasbro e la porta nel mondo degli effetti speciali del 21simo secolo. Focalizzandosi sempre di più su quello che l’audience sembra aver apprezzato l’ultima volta — ovvero lo stupefacente look dei robot alieni, che si trasformano con un effetto realistico in veicoli del nostro pianeta e vice versa – la trama è soltanto un pretesto per mostrare tantissime creazioni animate nel migliore dei modi: da una macchinina telecomandata ad un vero bombardiere Stealth.
CENSURATO PERCHE’ TROPPO SPOILEROSO
La resa dei conti sembra essere ambientata nello stesso deserto del primo film – il grande ammontare di metallo e di parti meccaniche che esplodono e i veicoli che vengono distrutti è un qualcosa che davvero stupisce. Splendido è il lavoro dell’Industrial Light & Magic su queste sequenze – che sembrano ambientate nel parco giochi da sogno dei ragazzini… solol che stavolta le proporzioni sono degne di Wagner – che sono il nucleo di una trama che ci mette davvero poco per introdurre ogni singolo duello.
Gli effetti sono catturati in diverse tonalità dal direttore della fotografia Ben Seresin che fa un lavoro magnifico a mixare gli effetti con le sequenze live-action, mentre mette in scena le solite combinazioni tipiche di Bay tra momenti drammatici al rallenti e tantissime panoramiche mozzafiato. Allo stesso tempo, un nuovo team di montatori pensa a mettere tutto il resto insieme.
C’è qualche sorpresa nella seconda parte della storia – ci sono “pezzi di metallo” più grossi e più mortali, incluso il personaggio del Caduto, a cui presta la voce Tony Todd… quello che dà il titolo al film. L’azione si sposta in Egitto e in Giordania. Ritornano gli sceneggiatori Alex Kurtzman e Roberto Orci, che questa volta collaborano con Ehren Kruger (The Ring; I Fratelli Grimm) – e sembra che questa volta abbiano preso in prestito alcune tematiche già viste in film come La Mummia e dalla serie Indiana Jones.
Sebbene gli sceneggiatori propongano una dose di dialoghi ironici da parte di Sam, dei suoi genitori e del suo compagno di stanza esperto di tecnologia (Ramon Rodriguez di The Wire), gli attori sono comunque costretti a urlare per il resto del film, in modo da elevare le loro battute sulla musica o sulle esplosioni di metallo. LaBeouf ha dei momenti davvero simpatici durante le scene nel college e Turturro – il cui personaggio è stato degradato da agente del governo a macellaio di Brooklyn – offre ancora una volta momenti sopra le righe nella parte finale del film.
Ma le vere star sono proprio i Transformers che continuano a rubare i riflettori al cast in carne e ossa, perfino nelle scene tragiche o comiche. “Se Dio ci ha fatto a sua immagine e somiglianza – riflette Optimum Prime all’inizio del film – allora chi è stato a creare lui?”. Se una domanda di questo genere sembra suggerire al mito della creazione degli Autobots, può anche spiegare come mai gli umani siano diventati ormai i passeggeri dei sedili posteriori, lasciando il posto a queste bellissime macchine.
di Jordan Mintzer
E adesso la parola a voi:… oggi avete letto una recensione positiva di una persona che comunque ha capito che l’unico modo per divertirsi è semplicemente spegnere il cervello e godersi lo spettacolo…. ricordate che tutte le recensioni che appariranno nelle prossime settimane, le segnaleremo su Screenweek nell’apposita pagina dedicata al film.