Regia: Pascal Laugier
Cast: Mylène Jampanoï, Morjana Alaoui, Catherine Bégin, Robert Toupin, Patricia Tulasne
Durata: 97 minuti
Anno: 2009
Quanto tempo era che non vi capitava di vedere un film al cinema durante il quale dalla platea si levano grida di disperazione e sibili di dolore? Da quanto non vedete un film al cinema durante il quale gran parte del pubblico se ne va perchè non ne regge la violenza? Da quanto non vedete al cinema qualcosa che vi procuri un vero shock (non quello sbandierato dalle pubblicità di tante pellicole da educande, ma quello vero)? Ecco, questo è Martyrs.
Horror di nuova scuola ma dotato di aspirazione altissime e di un reparto immaginifico molto complesso e raffinato Martyrs è un’esperienza non facile che mi sento di sconsigliare vivamente ai non appassionati del genere e ovviamente alle persone più sensibili. Truculento, sanguinolento e soprattutto abile nel rendere il dolore della carne (cosa che non esiste nel resto del cinema dallo squartamento facile), il film di Pascal Laugier mette in scena l’assuefazione alla violenza secondo il principio di Il Cacciatore e sembra procedere per delle strade un po’ simili al j-horror e un po’ ispirate alle torture di Hostel (ma mille volte più raffinate). E poi c’è il twist. Il film si rigira e cambia in maniera straordinaria accelerando ancora di più sul dolore e sulla carne.
E’ davvero pornografico nel suo esaminare le mutilazioni, la scarnificazione, le lacerazioni e via dicendo ma anche molto intenso nel cercarne le motivazioni psicologiche, nel raccontarne le implicazioni morali e le possibilità spirituali. Non si tratta certo di apologia (anzi!) ma di una riflessione complessa che parte dalla pancia e finisce in testa. E alla fine ci si chiede anche chi sia il torturato se quello nel film o gli spettatori in sala “costretti” ad assistere ad uno spettacolo che li mette a dura prova.
Martyrs è un film dell’orrore, uno slasher durissimo e bellissimo. Un privilegio per i soli amanti del genere, gli unici in grado di tollerarne l’efferatezza.
Forse alcuni rimarranno delusi dalla piega che il film prende nella seconda parte e dall’impennata nelle pretese del discorso che si propone di fare tuttavia se un film si misura dal bilanciamento tra ciò che vuole essere e ciò che riesce ad essere Martyrs è un film decisamente riuscito.
Il cinema delle torture inflitte sui protagonisti chi sta torturando in realtà? Il personaggio o gli spettatori che assistono? Qui le altre critiche