François Costello è uno chef francese con un ristorante sugli Champs Élysées e un passato da assassino. Ormai ultrasettantenne ha chiuso con la vita di un tempo… ma tutto precipita quando una squadra di sicari fa piazza pulita della casa della figlia a Hong Kong, ferendola gravemtene e uccidendole il marito e i suoi due bambini.
S’intitola Vengeance (Vendetta) ed è il nuovo film di Johnnie To, in concorso al 62simo Festival di Cannes. Un poliziesco che strizza l’occhio ai film sui samurai e ai western alla Sergio Leone, ma che ricorda soprattutto gli action di Hong Kong girati negli anni ’80. Il protagonista (interpretato dalla rockstar francese Johnny Hallyday) è uno di pochissime parole e a poco a poco, anche lo spettatore viene trascinato in questa sua reminiscenza sanguinaria. Il punto vincente della pellicola è che non si tratta di una cosa alla History of Violence col protagonista che d’un tratto si transforma in un supersoldato… no questo anti-eroe è un vecchio che non è più capace di difendersi da solo e non riesce più a non esitare nel premere il grilletto.
Per prima cosa arruolerà una squadra di tre sicari (praticamente dei samurai senza alcun padrone) per proteggersi. Ma nonostante la brama di vendetta che lo guida, il protagonista dovrà affrontare tante complicazioni… compresa la pallottola nel suo cervello dovuta ad una sparatoria del passato, che adesso rischia di cancellargli la memoria.
La parte finale del film ricorda un po’ Memento di Christopher Nolan, però si apprezza il fatto che To riesca a schivare diversi cliché e a prendersi il suo tempo. Memorabile la scena in cui gli eroi i cerca di vendetta, prima di entrare in azione, si siedono a tavola e mangiano il pranzo preparato dallo chef/assassino!
Abbiamo incontrato il regista Johnnie To
Ci parli del protagonista del suo film, chi è Costello?
Costello è un uomo che ha vissuto sempre con sofferenza. C’è un grande dolore dentro di lui. I suoi occhi raccontano una storia che la sua mente ha cancellato. Ecco perché mi interessava. Sono i suoi occhi ad essere l’unica traccia del suo passato.
Si dice che per il ruolo del protagonista la sua prima scelta fosse Alain Delon, come mai l’ingaggio è sfumato?
Vi dirò solo due parole al riguardo: “Troppo tardi!”.
Ci parli di come la scelta sia ricaduta su Johhny Hallyday, superstar del rock in Francia…
I produttori mi hanno mostrato alcuni film di Johnny e ho capito subito che c’era un qualcosa di speciale in lui. Ho anche visionato i suoi concerti, rendendomi conto di quanto sia davvero un idolo. L’ho incontrato ed è subito scattato qualcosa tra noi due, una sensazione di fiducia che ha superato la barriera della lingua. Sul set, Johnny arrivava molto concentrato e pronto al lavoro. Ha davvero dato tutto al ruolo.
Si dice che lei non permetta ai suoi attori di leggere la sceneggiatura finale prima di girare. Come mai?
Non svelo mai l’intera storia agli attori perché li voglio naturali e spontanei. Così non hanno il tempo di creare qualcosa. Invece secondo me è meglio dargli i dettagli alla fine e farli recitare di getto.