Ecco a seguire una lunga dichiarazione di Lars Von Trier che vi prepara ad Antichrist.
Prima di leggerla, vi ricordiamo che qui potrete dare un’occhiata alla nostra anteprima del film.
Qui, infine, potrete visionare tutti i nostri articoli dal Festival di Cannes.
“Due anni fa sono caduto in depressione. Si è trattata di un’esperienza totalmente nuova per me. Tutto, assolutamente tutto, mi sembrava non avere più nessuna importanza. Non riuscivo più a lavorare.
Sei mesi dopo, ho cominciato a scrivere una sceneggiatura. È stata una sorta di terapia, ma anche una ricerca, un test per vedere se ero ancora in grado di fare un film. La sceneggiatura è stata scritta e filmata senza grande entusiasmo, quasi come se l’avessi scritta utilizzando la metà delle mie capacità fisiche e intellettive.
Il lavoro sulla sceneggiatura non ha seguito il mio solito modus operandi. Alcune scene venivano aggiunte senza motivo. Le immagini venivano montate senza alcuna logica o alcuna riflessione drammatica. Provenivano piuttosto dai sogni che facevo all’epoca o da quelli che avevo fatto in un periodo passato della mia vita.
Ancora una volta il soggetto era la Natura, ma mostrata in un modo differente, più diretto. Un modo di raccontare una storia in maniera più personale. Il film non contiene alcuna morale e possiede solamente quello che alcuni chiameranno “lo stretto necessario” in termini di trama.
Ho letto Strindberg quando ero più giovane. Ho letto con entusiasmo quello che aveva scritto prima di andare a Parigi per diventare un alchimista e quello che aveva scritto durante quel periodo… quello della sua crisi infernale – Antichrist segna la mia crisi infernale personale? La mia affinità con Stindberg?
Ad ogni modo, non ho alcuna scusa da offrire per Antichrist. Nient’altro che la mia fede assoluta nel film. Il film più importante della mia carriera!
Lars Von Trier”