Regia: Roberto Burchielli
Cast: Raoul Bova, Luca Angeletti, Simonetta Solder, Alessandro Sperduti
Durata: 90 minuti
Anno: 2009
Si è parlato molto di “esperimento interessante”, di “nuova modalità di messa in scena” ecc. ecc. per l’ultimo lavoro di Roberto Burchielli, un’inchiesta sul mondo della droga in forma di film. Non un documentario ma proprio una storia incentrata sulle indagini nel mondo dello spaccio e del consumo di droga milanese condotta con piglio telegiornalistico.
Sequenze e storie di finzione (che riguardano il poliziotto protagonista interpretato da Raoul Bova) si alternano invece a sequenze reali girate in strada, nelle case, durante la caccia agli spacciatori. Il risultato è un film che difficilmente si può definire tale poichè ciò che gli manca è proprio quel tipo di racconto per immagini tipico del cinema. Siamo molto più dalle parti della televisione.
Le sequenze reali somigliano molto ad un servizio di una trasmissione di approfondimento giornalistico come può essere Le Iene, mentre le parti finzionali sono ridondanti e totalmente funzionali ai momenti di indagine, assolutamente posticce. Non c’è vero racconto ma solo una parvenza.
Tutto inoltre è molto condizionato da una forte ideologia, così da forte da oscurare una vera presa di petto del problema. La retorica del “poliziotto eroe” e della “droga male assoluto” portata alle estreme conseguenze non fa altro che impedire la vera comprensione del fenomeno.
Nel film ovviamente si vedono e si dicono cose vere e giuste, si combatte lo spaccio di cocaina, ma lo si fa in maniera dogmatica “Perchè si è basta. Perchè è male. Punto”, in questo modo ogni comprensione della complessità del fenomeno passa in secondo piano oscurata dall’ideologia.
Il film confida che chi guarda stia già dalla sua parte e dà per scontato che la pensino tutti alla stessa maniera o che quantomeno tutti quanti non abbiamo dubbi o curiosità sull’argomento che non riguardino la mera logistica di come avviene lo spaccio.
Anche l’equazione consumo di droga=mancanza nella vita è abbastanza superata e incapace di dare realmente conto della situazione di chi la consuma anche solo per il proprio piacere o per un monte di altre ragioni (in questo era davvero vincente e cardinale Trainspotting).
Mai si sono visti poliziotti più buoni, gentili e lontani dalla percezione comune delle forze dell’ordine. Addirittura graffitano per coprire altri graffiti che inneggiano alla droga.
Meglio vederle in televisione o al cinema cose simili? Ed è il modo migliore per affrontare il problema? Non si sconfina nella propaganda? Qui tutti i pareri