Regia: Gina Prince-Bythewood
Cast: Dakota Fanning, Paul Bettany, Hilarie Ross Burton, Queen Latifah, Jennifer Kate Hudson, Alicia Keys
Durata: 110 minuti
Anno: 2008
Contrariamente a come facciamo noi in America hanno un modo diverso di perpetuare la propria storia con i film. Invece che indagarla e mettere in discussione le versioni ufficiali attraverso il cinema la rileggono emotivamente.
Film come La Vita Segreta Delle Api non sono analisi storiche nè documentari nè racconti di cosa accadde ma semplicemente racconti umani che invece che spiegare i fatti spiegano cosa comportarono quei fatti per la brava gente.
Nel film pan-afroamericano di Gina Prince-Bythewood (oltre a quasi tutto il cast di colore producono Will Smith e la moglie Jada Pinkett Smith) si racconta di una bambina alla ricerca delle proprie radici in uno stato del sud dell’unione negli anni della dichiarazione di parità di diritti civili degli uomini neri.
Sentimenti semplici e relazioni elementari e rassicuranti per mostrare a latere dei grandi eventi le storie particolari e il modo in cui quei grandi eventi hanno avuto un impatto nella quotidianità.
Ma non c’è vero assalto, non c’è vera volontà di far interrogare il pubblico solo quella di insegnare loro qualcosa nel più becero didascalismo quello per il quale i personaggi sono tutti saggi e dispensano pillole di saggezza poetica. La storia è fissata e ora tocca solo continuare a confermare e tramandarne quella visione semplificata mostrando unicamente i bianchi che erano dei razzisti e i neri poveri diavoli.
Buoni sentimenti a palate e un sorriso per ogni lacrima.
Oltre alla base acquietante e rassicurante c’è anche una realizzazione appiattita sugli attori ai quali è lasciato il compito di risolvere ogni cosa. La regia non crea, non mette in piedi e non si spreme per comunicare. Tutto quello che si deve dire è messo in bocca ai personaggi e tutte le emozioni passeranno per una loro interpretazione. Certo ci si può fregiare di Dakota Fanning, uno dei volti più intensi di tutto il cinema americano nonostante abbia 14 anni (ma come può rappresentare così bene sentimenti di una complessità che non può aver esperito??). Non fosse per il suo straordinario talento melodrammatico nemmeno si piangerebbe.
Questa è la maniera più facile e sicura di raggiungere il risultato. E proprio per questo funziona. Ma è vero cinema?
Qualcuno che parlerà di bel film ci sarà sicuramente. Magari adducendo come motivazione la “splendida recitazione”. Scopri chi qui.