James Cameron, creatore di Terminator, ha scritto per Wired Magazine un interessante articolo sulla gestazione della sua creatura più nota, commentando anche sul nuovo Terminator Salvation. Qui sotto riportiamo alcune citazioni tradotte, mentre trovate l’intero articolo qui.
Riguardo alla realizzazione del primo film:
L’idea di un killer dal futuro che cerca di cambiare gli eventi passati non era certamente nuova. Ciò che pensai fosse rivoluzionario fu decidere di non avere come Terminator un tizio con un’armatura robotica. E’ così che si fa di solito. Ma un endoscheletro coperto di carne? Quello era una novità. Perciò per me la questione divenne come avremmo fatto a sviluppare un’animazione in stop-motion e dei pupazzi adatti a creare un vero endoscheletro robotico. La squadra di effettisti dello Stan Winston Studio accettò la sfida e riuscì nell’intento.
Riguardo al futuro dell’umanità:
Non credo che accadrà mai nulla di simile al film di Terminator. […] La storia funziona a un livello più simbolico, ecco perché la gente la sente vicina. Si parla della lotta contro la nostra tendenza verso la de-umanizzazione. […] La tecnologia sta cambiando il tessuto dell’interazione sociale. Stiamo assorbendo le nostre macchine in un modo simbiotico, ci evolviamo per diventare inseparabili dai nostri gingilli, e questo continuerà per sempre.
Sul nuovo film:
Ho più o meno voltato le spalle al mondo di Terminator quando si parlava di un terzo film. Mi ero evoluto oltre. Non ho rimpianti, ma devo vivere con le conseguenze, ovvero il fatto di vedere continuamente la serie resuscitata. Non sono coinvolto in Terminator Salvation. Non ho mai letto la sceneggiatura. Sono sicuro che pagherò 10 verdoni come tutti per vederlo.
Nel frattempo, nonostante l’indifferenza del Creatore, il mondo di Skynet va avanti. Latino Review ci segnala questo interessante blog da cui abbiamo rubato il video qui sotto, che spiega l’inquietante immagine mostrata sopra – umani ammassati come bestiame e il vigile occhio di una telecamera a tenerli sotto osservazione. Immagino che se il primo Terminator funzionava come metafora della de-umanizzazione, questo sarà più una riflessione sulle colpe del 20° Secolo – l’olocausto su tutte – e sul pericolo di una guerra totale.