Duplicity, la recensione in anteprima

Pubblicato il 12 marzo 2009 di Gabriele Niola

DuplicityPoster USARegia: Tony Gilroy
Cast: Julia Roberts, Clive Owen, Paul Giamatti, Tom Wilkinson
Anno: 2009

Un film confuso per spiegare gente confusa e il confuso senso di ricerca di stabilità. Da parte di persone non stabili. Duplicity è abbastanza chiaro fin dal titolo.

I protagonisti sono due spie industriali che per lavoro si infiltrano nelle aziende rivali. Sono tra i migliori nel loro ambiente lavorano per qualcuno ma in realtà fanno il doppio gioco per qualcun’altro. Sono le talpe nelle aziende e gli incaricati di far fuggire le notizie dai buchi appositi. Ma non si tratta di politica. Solo affari.

L’incontro tra i due avviene ad un party, non conoscono le rispettive identità. Almeno sembra. Perchè la donna, decisamente più scaltra dell’uomo, in realtà sta già giocando doppio. E quel primo inganno consumato a letto condizionerà il resto del film. I due infatti si ritrovano e si amano di nuovo a 5 anni di distanza quando (come nella miglior tradizione) lavorano per due aziende rivali.
Il piano è semplice: li freghiamo, intaschiamo i soldi e ci mettiamo insieme per fare altre truffe simili. Ma c’è da fidarsi?

Ecco tutto il film è giocato su quest’accordo che non si sa se verrà mantenuto da entrambi. E i protagonisti stessi dubitano che il partner mantenga la promessa. Fino a che punto sono innamorati? E fino a che punto stanno fingendo? Come puoi essere sicuro che un professionista del doppio gioco non sta mentendo?
La struttura atemporale del film in questo di certo non aiuta. Tony Gilroy viaggia continuamente avanti e indietro nel tempo della storia, avvertendoci sempre che ci troviamo “5 giorni dopo”, “un mese prima” o anche solo “due ore dopo”. Ma lo stesso l’ingarbugliamento è forte.

Alla fine la soluzione arriverà, chiara per tutti, ma non è lì il punto. Il punto è sulla fiducia. La storia estrema di due persone di cui non ci si può fidare ma che lo stesso cercano di costruire un futuro insieme è il vero cuore. La fiducia, componente fondamentale e scontata in ogni rapporto, qui è l’elemento più instabile.
A fronte di tanto intreccio, tanti inganni e tanti vertiginosi colpi scena rimane però il dubbio se qualcosa di tutto questo riesca a passare…

Julia Roberts in soffitta ha un quadro che invecchia al posto suo.

Ci hai capito qualcosa? E’ passato tutto il senso di incertezza e di ricerca di una vita normale o era anche quello un abile inganno del regista? Tutte le altre opinioni qui.

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