Dark Horizons riporta una descrizione dei cinque minuti di G.I. Joe mostrati ieri a Sidney, a stampa e addetti ai lavori. Il montaggio, rapido e quasi senza dialoghi, espande ciò che si è già visto nel teaser del Superbowl: si parte con una scena che mostra la base nel deserto dove alloggiano i quartier generali di G.I. Joe, la task force internazionale che ha il compito di combattere le minacce globali. Segue una sequenza spettacolare in cui ci viene mostrata la potenza dell’arma in mano all’organizzazione Cobra: i “naniti”, ovvero nano-macchine nate per curare il cancro, ma programmate dai terroristi per mangiare il metallo: a bordo di un razzo vengono lanciati contro la Torre Eiffel, che viene divorata all’istante.
Quindi ci viene mostrata la base segreta dei Cobra, che si trova sotto il ghiaccio artico, e parte dell’attacco sferrato alla base dai G.I. – e qui si sprecano i sommergibili CGI, con effetti non ancora ultimati. L’armatura dei “buoni” è protagonista di un’altra sequenza, in cui è spiegato che essa non solo protegge, ma amplifica le peculiarità di un guerriero. Inoltre, poteva mancare il visore con grafica al computer in soggettiva? Ovviamente no!
Seguono: una scena in cui due dei G.I. (forse Channing Tatum e Marlon Wayans) corrono per le strade di Parigi, inseguiti da un’auto di lusso che spara missili contro i malcapitati, che saltano, volano, si lanciano in un treno eccetera – tutte cose viste nel teaser, più o meno; poi, un combattimento tra la Baronessa (Sienna Miller) e Duke (Tatum), che hanno la bella idea di affrontarsi su un pavimento di vetro. Che accadrà? Lei lo farà esplodere, of course!
Si vedono appena: Snake Eyes e Storm Shadow, mentre non c’è traccia di Cobra Commander. In definitiva, il recensore è cauto nel giudicare, visto che molto materiale non è stato presentato nella sua forma definitiva. Tuttavia, se non vi sono piaciuti gli altri film di Stephen Sommers, suggerisce, non vi piacerà molto probabilmente neanche questo, perché lo stile è sempre quello: ultra-spettacolare e sopra le righe al punto da risultare un po’ stucchevole.