“La nostra ambizione era di essere intelligenti quanto i più intelligenti episodi di Star Trek e ricchi di azione e ritmo quanto i miei action movie preferiti”: ecco la ricetta Abrams per rinverdire i fasti della franchise creata 43 anni fa da Gene Roddenberry.
L’idea di base del regista e degli sceneggiatori Alex Kurtzman e Roberto Orci, era dunque quella di adattare la galleria di personaggi e l’universo dello Star Trek originale alle nuove generazioni e ai gusti del pubblico odierno.
Spiega Abrams:
Il mio approccio all’intero film – dalla scrittura, al casting, al guardaroba – è stato prendere l’essenza di ciò che è stato scritto 43 anni fa e raccontare quella storia secondo canoni rilevanti e adatti al giorno d’oggi. Non volevo che gli oggetti di scena sembrassero recuperati dagli scaffali del 1966, non volevo che il design copiasse quello che è già stato fatto, e non volevo che il cast imitasse gli attori originali. Dovevamo fare un film con la stessa stoffa, ma completamente indipendente.
Un altro obbiettivo era fare un film che facesse lo stesso effetto di quella giostra al parco di divertimenti su cui non puoi fare a meno di salire. Volevo che la gente prendesse il mio film come una eccitante e velocissima corsa. Allo stesso tempo, non volevo che fosse vuoto e senza cuore. […] Il punto forte di questa sceneggiatura è che ha un sottotesto molto emozionale. Al centro c’è la storia di un gruppo di persone che si conoscono a malapena e attraversano insieme questa incredibile avventura per poi emergere, alla fine, come una sorta di famiglia.
Per me, Star Trek è sempre stata una promessa di avventura che però spesso funzionava più su un piano intellettuale che viscerale. Perciò questo film sembrava l’occasione giusta per fare entrambe le cose.
E, a giudicare dai trailer, la missione è stata compiuta.
(Fonte: TrekToday)