Sei l’unico regista che ha diretto due episodi della serie Fast and Furious. Com’è andata?
E’ una cosa bella. Ovviamente mi hanno chiamato per il terzo capitolo ed è stato bellissimo perché è davvero diverso dai primi due. L’unico collegamento con i precedenti – a parte Vin nell’ultima scena – è che esplorava tematiche simili. Quindi ero davvero emozionato quando questa volta Vin Diesel mi ha chiamato e ha detto: “Ok, facciamo qualcosa insieme!“. La cosa più strana del terzo episodio è che mi hanno chiamato e mi hanno detto: “Ecco il copione. Vuoi fare il film?“. Ricordo che non lo volevo davvero all’inizio, ma ma si trattava semplicemente di prendere quello che c’era nel copione e metterlo in scena con un nuovo punto di vista.
Come mai non volevi farlo?
A dire la verità, trovavo il copione un pò offensivo. Si trattava di piccole cose che non sono offensive per altri, ma c’era la macchina che sfrecciava attorno ad una statua di Buddha e c’erano le Geisha… e mi sono detto: “Ma che caxxo?“. Penso che nel momento in cui lo Studio l’ha capito, tutto si è sistemato e siamo davvero stati bene. La cosa più bella di questo nuovo film è che sono riuscito a costruirlo insieme a tutti gli altri. E’ stata un’esperienza molto diversa. Ecco perché l’ho fatto.
E quindi è stato Vin?
Vin è stato davvero uno dei motivi principali. Penso che sia stato un lavoro organico. Avevo finito Tokyo Drift e ho pensato che avrei fatto un film indipendente, e che avrei provato qualcos’altro. Poi Vin ha chiamato e ha detto: “Ok, proviamoci tutti quanti a farne uno nuovo“. […] Per me è stato interessante. Mi ricordo che ero ancora alla scuola di cinema, quando il primo film arrivò nelle sale. E adesso eccomi qui a parlare del quarto film… questo è bello!
(Fonte: Latino Review)