E’ la fine degli anni cinquanta: il geniale fisico nucleare Jon Osterman viene dissolto per errore in tante piccole particelle durante un esperimento sul “campo intrinseco”, ovvero il teorizzato campo che dovrebbe tenere unita la materia, al di là della forza di gravità.
Osterman però non muore: la sua mente sopravvive alla scomposizione del suo corpo, e la forza di volontà fa il resto. Ma quando l’uomo riesce a ricomporsi in un tutto coerente, non è più un uomo: è diventato un Dio, il Dr. Manhattan. Un’arma talmente potente da rendere futile qualsiasi minaccia bellica da parte dell’Unione Sovietica e delle nazioni nemiche degli USA: non c’è arma o strategia che possa misurarsi con Dio.
Altre volte abbiamo parlato di come l’esistenza stessa degli eroi abbia influito in maniera radicale sugli eventi della linea temporale di Watchmen: è proprio il caso di Manhattan (il cui nome deriva dal progetto statunitense per la creazione della bomba atomica), che da solo impone un equilibrio mondiale basato sul terrore, una sorta di “pax romana” che crea uno scenario politico totalmente diverso da quello della “nostra” realtà.
«Dio esiste, ed è americano» è la terribile frase (che riecheggia fantasie naziste) ripetuta dalla stampa quando viene resa pubblica l’esistenza dell’unico superuomo nel cosmo di Watchmen. Grazie a lui, l’America vince la guerra in Vietnam e domina incontrastata sul Pianeta.
Ma al Dr. Manhattan nulla di ciò importa davvero: il suo unico interesse è continuare a svolgere i suoi esperimenti di fisica sub-atomica. Per lui la Storia, il Tempo, sono concetti relativi: Dio non invecchia, ma soprattutto non concepisce il tempo come una forza inesorabile, bensì come una semplice dimensione, che esiste simultaneamente. E’ solo l’Uomo, con la sua mente limitata, a non essere in grado di scorgere la verità.
Questo è il Dr. Manhattan: il Dio della nostra storia, la Forza che può decidere in totale autonomia il destino dell’umanità, la sua salvezza o la sua decadenza.
La domanda è: quale delle due?
Continua…