Quando lo vediamo all’inizio del graphic novel, Dan Dreiberg è un uomo di mezza età chiaramente sovrappeso, stanco e disilluso. Gli si legge in faccia una tristezza che deriva dall’essere sempre in contatto con le vestigia di un passato glorioso ma estinto: la sua “caverna”, il covo sotto il suo appartamento che nasconde il velivolo e l’attrezzatura del suo alter ego, il Gufo Notturno, è ancora lì. Sepolta dalla polvere, ma è lì: e c’è anche il suo costume.
Negli anni sessanta e settanta, Dan era il giustiziere mascherato che operava spesso in coppia con Rorschach. Insieme formavano un due temuto per le strade di New York – entrambi peraltro ispirati ad alcuni lati della figura di Batman: Gufo per il costume, i gadget e l’abitudine ad agire di notte, Rorschach per il suo modus operandi schietto e solitario. Figlio di un banchiere, da cui aveva ereditato una fortuna, Dreiberg investì le sue risorse e il suo talento di inventore per creare una serie di armi e congegni per la lotta al crimine organizzato.
Il motivo può essere ricercato in parte nella noia del suo stile di vita agiato (lo stesso Dan lo ammette nel fumetto) e in parte nella sua passione per l’operato dei giustizieri: Dreiberg è fan e amico di Hollis Mason, l’originale Gufo Notturno nel team dei Minutemen. Da Mason, eredita il nome di battaglia, ma poco altro: tanto era solare la figura del primo Gufo, quanto è crepuscolare quella di Dan.
Il Keene Act spegne la sua carriera, ma la minaccia che incombe sugli eroi in costume dopo l’omicidio del Comico lo spinge a riprendere in mano le sue responsabilità e a ristabilire l’alleanza con Rorschach. A spingerlo, è anche un nuovo sentimento: l’amore che prova per Laurie Juspeczyk/Spettro di Seta II.
Continua…