Per chi non l’avesse visto, il documentario Lost in La Mancha, di Keith Fulton e Louis Pepe, è consigliatissimo. Nato come “dietro le quinte” della realizzazione di The Man Who Killed Don Quixote di Terry Gilliam, è presto diventato un documento inestimabile sulle difficoltà e gli ostacoli da affrontare durante la lavorazione di un film, e il testamento di una produzione che alla fine non si fece. Cause della disfatta furono principalmente un uragano che rovinò i set e l’ernia del protagonista Jean Rochefort, che gli impedì non solo di cavalcare il fido destriero Ronzinante, ma di tornare sul set in tempi ragionevoli.
Ora, a distanza di nove anni, Terry Gilliam ha riottenuto i diritti della sceneggiatura, che nel frattempo era finita nel bel mezzo di una contesa legale interminabile, e ci si è rimesso al lavoro insieme a Tony Grisoni, co-autore dello script originario. Tuttavia, la storia di un pubblicitario (Johnny Depp, ancora collegato al progetto) che si ritrova inspiegabilmente nella Spagna del XVII secolo, e viene scelto da Don Chisciotte come nuovo Sancho Panza, dovrà subire, a detta dello stesso Gilliam, alcune riscritture.
Il regista afferma di avere “alcune idee molto diverse” da prima; e continua “comincio a pensare di essere stato fortunato, perché forse il film sarà migliore sette anni dopo. Sarà maturato più a lungo”. Speriamo che stavolta non intervenga la proverbiale “sfiga” – come puntualizzato dal direttore della fotografia Nicola Pecorini – e che Gilliam riesca a terminare il suo film.
(Fonte: Empire)