Regia: Sam Alexander Mendes
Cast: Leonardo Wilhelm DiCaprio, Kate Winslet, Kathy Bates, Max Casella, Michael Shannon
Durata: 119 minuti
Anno: 2008
Portare in immagini e costringere in circa due ore uno dei più importanti e affascinanti romanzi del ‘900 non era impresa facile, questo va riconosciuto a Sam Mendes. Scegliere come ridurre per lo schermo e come allargare con l’uso del linguaggio filmico le idee e i significati di Revolutionary Road è una delle sfide tra le più difficili che ci si possa porre tanto che Hollywood per anni ci ha girato intorno senza riuscire a farne un vero film.
La scelta di Sam Mendes è di nascondersi allo spettatore quanto più possibile, di adottare un approccio eastwoodiano alla narrazione (che solitamente non gli appartiene), cioè mettere in primissimo piano gli eventi fornendo poche sottolineature registiche. Il tocco di un demiurgo (e che demiurgo!) si nota solo nelle splendide ed espressive immagini curate da Roger Deakins e nell’uso particolare del sottofondo musicale, due scelte azzeccatissime dato che la storia è permeata di dialoghi e situazioni che hanno luogo spesso negli stessi ambienti (più che altro la casa della coppia) e dunque si rischia facilmente la ripetitività.
Tutto il lavoro lo fa la sceneggiatura e chi la sceneggiatura la pronuncia, cioè gli attori. Il progetto infatti nasce da Kate Winslet, lei è riuscita a convincere il suo vecchio compagno di crociere Leonardo Di Caprio e anche l’altra navigante del Titanic Kathy Bates e sempre lei ha insistito perchè a dirigere fosse il marito Sam Mendes. Tutto questo alla fine ha anche un certo effetto sulla pellicola, nel senso che, anche aiutata dal fatto di avere il personaggio più interessante, Kate Winslet offre forse la miglior prova della sua vita.
Non solo è intensa, piena di sfumature e capace di dosare perfettamente emozioni e stati d’animo, ma è anche integrata con il resto del cast (e qui il merito va al marito) e con il complesso del film. Due momenti ce lo rivelano: la scena meravigliosa in spiaggia e quella verso la fine in cui passeggia nel bosco mentre il marito la guarda dalla finestra. Questo è recitare al cinema: dare il meglio per essere parte del tutto e non per emergere singolarmente.
Peccato solamente per un finale in totale controtendenza stilistica rispetto al resto dell’opera. Dal momento in cui Leonardo Di Caprio corre in strada fino all’ultima inquadratura Sam Mendes prende a calci tutto il buono fatto in precedenza. Sottolinea, guizza, esagera, si prende libertà interpretative che risultano troppo semplicistiche (e cozzano con lo spirito della storia) e sembra voler premere fortissimo su un acceleratore di cui il film non aveva certo bisogno.
Non sei soddisfatto? Ancora una volta la critica non riesce ad intercettare la realtà? Se non ce lo fai notare tu chi altro potrà farlo? Scopri anche questo qui.