Il biopic su Harvey Milk, semplicemente intitolato Milk (e in arrivo sugli schermi da venerdì) è la nuova opera di Gus Van Sant. Il film racconta di quest’uomo che divenne consigliere comunale nella San Francisco degli anni ’70. Milk fu il primo uomo politico americano che rivelò la sua omosessualità e decise di combattere contro ogni tipo di pregiudizio nella società. Fu assassinato nel novembre del 1978 dal suo collega Dan White.
Noi di Screenweek abbiamo parlato del film con James Franco che in Milk interpreta Scott Smith, il compagno della vita di Harvey Milk, colui che lo sostenne e che rimase sempre al suo fianco nei momenti più importanti: dall’outing, alla decisione di candidarsi alle elezioni, fino ai suoi ultimi giorni.
Cosa ti ha colpito di più di Harvey Milk?
Il fatto che la causa di Harvey non era solo quella dei gay. Lui si apriva verso tutti e contro ogni discriminazione. Tendeva la mano a tutti. Ogni volta gli Usa vengono chiamati “il Paese libero”: proprio come Harvey penso che tutte le discriminazioni siano uguali e che il pregiudizio contro i gay vada equiparato a tutti gli altri tipi di pregiudizi.
Che tipo di ricerche hai fatto per interpretare Scott?
Si trattava di una persona realmente esistita, purtroppo non c’erano tante testimonianze. E poi Scott è morto a metà degli anni ’90. Ho cercato nel maggior modo possibile di essere accurato. Solo i suoi amici e i familiari possono capire quanto ho cercato di onorare il personaggio. Studiare l’altro è fonte di grande ispirazione per un attore, proprio perché è un collegamento con altri modi di vita che non sono i tuoi.
Secondo te se Milk fosse arrivato sugli schermi Usa un paio di mesi prima, avrebbe potuto fermare la Proposition 8 in California (il referendum attraverso il quale è stato abolito il diritto al matrimonio per coppie omosessuali).
Forse sì, uno perché il distacco di voti è stato proprio basso (52%). Il film è uscito inizialmente in limited release, se fosse uscito dappertutto… credo che sia un’opera così potente che avrebbe potuto cambiare la percezione della gente. Molti direbbero cinicamente: “ è solo un film”… ma se fosse uscito tre mesi prima, avrebbe avuto il potere di cambiare le cose!
Dicono che in occasione della scena del bacio tra Scott e Harvey, la figlia di Sean Penn si sia un po’ arrabbiata con te…
Credo che questo sia semplicemente un aneddoto divertente da raccontare alla stampa. Ho incontrato la figlia di Sean e vi assicuro che non era affatto arrabbiata con me.
Tu sei molto popolare tra i giovani. Cosa speri che imparino da un film come Milk?
La mia sensazione, che è la mia speranza, è che le generazioni più giovani stiano cambiando. Che accettino sempre di più la cultura gay, visto che comunque sono più esposte a questa, per esempio proprio nel cinema. L’approccio di Harvey Milk nella lotta per i diritti dei gay era quello di tendergli una mano e far vedere che i gay non sono dei matti, ma conducono semplicemente uno stile di vita diverso. Quindi se i giovani mi vedranno in questo ruolo, penso proprio che vedranno che non parliamo di niente di così assurdo.
Si parlava di cultura gay al cinema: cosa ne pensi, dunque, di pellicole come Brokeback Mountain? E a proposito, un anno fa moriva Heath Ledger: che ricordi hai di lui?
Mi è piaciuto tantissimo quel film. Certamente era uno dei primi film mainstream che affrontasse in pieno il discorso dei gay. So che molti attori avevano rifiutato quei ruoli prima che Heath e Jake li accettassero. Io, invece, non vedevo l’ora di girare Milk. C’è una differenza tra i due film: in Brokeback Mountain c’è il dramma di due uomini divisi per colpa della società, e per questo anche loro vivono dei dubbi. In Milk non c’è alcun dubbio: è come un rapporto eterosessuale, il vero problema è all’esterno, non nel loro rapporto. Heath lo conoscevo poco, è morto poco prima dell’inizio di Milk. Proprio come tutti quanti, sono rimasto sconvolto.
È vero che sei anche un pittore?
Sì è vero, per molto tempo ho dipinto. Ma ultimamente quella parte della mia creatività l’ho riversata in video e film artistici. Ho collaborato con la gallerie di Parigi Yvonne Lambert. E adesso continuo a collaborare con le gallerie d’arte e a realizzare piccoli film per loro. Presenterò un mio lavoro al MOMA di New York, sono molto emozionato.
Dopo Milk, si dice che interpreterai un altro ruolo gay: quello del poeta Allen Ginsberg?
Sì, il film s’intitolerà Howl e Gus Van Sant sarà il produttore esecutivo. Ma rispetto a Scott di Milk, questo è un personaggio talmente diverso! Mi è già capitato di interpretare personaggi realmente esistiti e ho studiato molto per conoscerli il più possibile: ho visto i filmati per sviluppare le loro psicologie, la loro interiorità e i loro comportamenti esteriori.
Cosa ci dici di Spider-Man 4? Ti rivedremo in qualche sequenza a sorpresa?
Cosa volete sapere su Spidey 4?
Sai, Sam Raimi dice sempre che gli dispiace averti ucciso…
Già! Perché ha dovuto proprio uccidermi!!?
Vi ricordiamo che Milk arriverà nei cinema da domani, 23 gennaio, distribuito dalla BIM.