Il regista del nuovo Star Trek, J.J. Abrams, ha rilasciato un’interessante intervista al Los Angeles Times, di cui riportiamo alcuni estratti. Per leggerla in toto – in inglese! – cliccate sul titolo della testata.
Abrams è consapevole di essere un quasi novizio quando si parla di Star Trek, universo che ha conosciuto bene solo una volta iniziata la lavorazione del film, tuttavia ha scelto di utilizzare questa sua “ignoranza” come punto di forza invece che di debolezza. Vediamo cosa ha detto l’uomo dietro l’Enterprise…
Lo svantaggio è stato che non sapevo tutto quello che avevo bisogno di sapere all’inizio, e ho dovuto impararlo. Il vantaggio però è stato il poter guardare a Star Trek nel suo insieme un po’ più di quanto faccia lo spettatore medio; ciò mi ha permesso di scegliere le cose che ritenevo fossero gli aspetti più iconici e importanti della serie originale […]. I personaggi sono la cosa più importante in essa. Dovevamo essere fedeli allo spirito di quei personaggi. […] I Phaser, i comunicatori, il logo della Flotta Stellare, sono i punti fermi, i dogmi che fanno di Star Trek quello che è. Lavorando sulla serie, quelle sono cose che non tocchi. La sfida è prendere ciò che è familiare, nel bene e nel male, e fare propri gli elementi che lo rendono unico, essendo però sicuri che tutto sia in funzione di fare il film più divertente possibile. […] Ma non posso fare il film solo per […] quelli che sono preoccupati dell’aspetto dei motori dell’astronave. Loro troverebbero comunque qualcosa da odiare, qualunque cosa io faccia. Anche se il film è nella sua essenza non solo ispirato a ciò che è venuto prima, ma estremamente fedele a ciò che è venuto prima. […] Allo stesso tempo, credo, farà impazzire il pubblico perché sarà un’esperienza completamente diversa da quella che si aspettano.
(Fonte: TrekToday)