Regia: Juan Antonio Bayona
Cast: Belèn Rueda, Fernando Cayo, Roger Príncep
Durata: 105 minuti
Anno: 2008
Dovrebbe dirla molto lunga già il fatto che il film viene distribuito con un titolo inglese quando è una pellicola ispanico-messicana. Dirla lunga cioè sullo stile americaneggiante.
Ma si tratta talmente tanto di una caratteristica introiettata da certo cinema spagnolo (basti pensare a quanto successo con The Others) da scostarsi quasi dall’imitazione per approdare ad una sintesi nuova.
La vera caratteristica di tutto questo cinema horror latino è però il fatto di svolgersi a cavallo di due mondi, con i protagonisti che passano dall’uno all’altro o che da uno guardano l’altro. E’ un tema che troviamo nel dittico di Guillermo Del Toro (La Spina Del Diavolo, Il Labirinto Del Fauno), nel già citato The Others e nell’episodio di Peliculas Para No Dormir di Alex de la Iglesia.
In più El Orfanato lavora sulla percezione dello spettatore e su quanto esso possa aspettarsi da una pellicola di questo tipo a partire da locandine, trailer ed esperienza pregressa. Bayona gioca molto con quello che ci si può aspettare, concedendo alcune facili previsioni e spiazzandone altre.
Ma sembrano tutti espedienti furbi messi in piedi intorno a poche buone idee in grado di giustificare la produzione di un film. Alla fine della fiera El Orfanato è un po’ lungo (specialmente nel centro) e in certi momenti involontariamente comico, cose che appesantiscono le parti interessanti ed efficaci come quella finale all’interno della casa, che incorpora soluzioni visive e di regia diverse dal solito e molto ben studiate per creare tensione anche con i soliti semplici principi (porte che si sbattono, presenze che compaiono).