Roma – Noi di ScreenWEEK abbiamo avuto il piacere di incontrare in uno speciale face to face (presto vi mostreremo anche i video) Rob Cohen, autore di pellicole action come Fast and Furious e XXX, o di avventure catastrofiche come Daylight – Trappola nel tunnel. Il regista è arrivato nella capitale per presentare La Mummia: La tomba dell’Imperatore Dragone, pellicola attualmente in testa al box office italiano. Ci ha parlato dell’eredità della franchise, delle difficoltà di lavorare agli effetti speciali, dei suoi attori e della “rivalità” tra lui e Steven Spielberg…
Signor Cohen, ci parli di questo suo ingresso in una franchise già avviata da Stephen Sommers…
Io ho una passione per la Cina e la prima cosa che volevo fare nel mio film era dare quella sensazione d’innamoramento per la Cina, proprio come i precedenti lo mostravano per l’Egitto. Volevo che la storia cinese venisse pienamente spiegata nel film.
La pellicola è scritta da due sceneggiatori (Alfred Gough e Miles Millar). Qual è stato il suo contributo allo script? Anche in termini di descrivere la cultura cinese…
Sì, anche io ho lavorato con gli sceneggiatori. Loro hanno scritto due stesure per me e io ne ho fatte altre due da solo. Il mio contributo è stato soprattutto al prologo. Volevo raccontare tutta la storia di origine dell’Imperatore. Una cosa del genere è stata fatta anche da Stephen Sommers nel primo La Mummia, ma questo prologo è 50% più lungo di quelli. Ho anche scritto tutta la battaglia finale.
Parliamo ancora di eredità di una saga. Ha avuto la “benedizione” di Stephen Sommers?
Sì, è stato proprio grande. Sin dal primo incontro gli ho detto: “Steve, non facciamolo se non vuoi che io lo faccia a modo mio”. Lui ha risposto: “Io voglio che tu faccia il film. Sto facendo altri film e voglio che questa franchise diventi un pò come Harry Potter”. Nel corso della produzione l’ho incontrato solo 5 volte. Ci siamo visti alla prèmiere.
La Mummia è uno dei tanti figli di Indiana Jones. Si sentiva nervoso al pensiero che il suo film sarebbe uscito a qualche mese di distanza da Indy 4?
Penso di aver un pò sottovalutato questa cosa. Io, come tutti, amo tantissimo Indy e Spielberg è un amico di vecchia data! E quindi so – e sappiamo tutti – che è un genio. Ma ho pensato che stavo facendo qualcosa di diverso. Sapevamo che Indy sarebbe stato girato in Sud America, e io invece ero in Cina. Quindi sarebbe stato qualcosa di diverso. Questa è stata la prima volta che un film della Mummia è uscito nello stesso anno e nella stessa decade di una pellicola di Indiana Jones. I primi due capitoli della Mummia erano avvantaggiati da più di 10 anni di differenza. Noi avevamo solo 3 mesi. Penso che c’era spazio per entrambi per realizzare davvero un prodotto di dimensioni enormi. Ma alla fine, è arrivato anche Il Cavaliere Oscuro a toglierci un altro po’ di ossigeno. Penso che c’era troppa trippa per gatti alla fine!
Ultimamente Hollywood cerca sempre di ambientare i film in Cina. Lo abbiamo anche visto con Kung Fu Panda e con alcune sequenze del Cavaliere Oscuro. Cosa ne pensa di questa mossa?
Se pensiamo alle olimpiadi, vediamo che il potere della Cina cresce sempre di più e sempre di più viene rappresentato nei film. Il fatto è che i film sono i primi sensori di un certo allargamento culturale. Negli ultimi cinque anni tanti film si sono ispirati alla loro corrente. E abbiamo anche assistito all’ascesa di Jet Li, al filone aperto con La tigre e il dragone, ai film tipo John Woo e tanti altri. Il cinema va sempre dove si trova il potere. È sempre stato così.
Lei sa il fatto suo in materia di effetti speciali, avendoli utilizzati in tutti i suoi film. Qual è stata la sfida questa volta?
Una delle cose più difficili è stato lo sviluppo di quello che chiamo liquid solid. Le creature di terracotta che si muovevano e parlavano, erano una grande sfida. Perché avevano una struttura solida, ma anche liquida e flessibile. L’altra cosa non volevo nelle battaglie era una semplice image duplication, dove i movimenti sono gli stessi per tutti. C’è sempre qualcuno in ritardo nei passi, bisogna creare le vere sensazioni. Volevo un vero esercito. Avevamo alla fine 8000 personaggi nella battaglia. E avevamo un software che generava tutti i movimenti diversi. Il più grande problema è che non avevamo tempo. Dovevamo consegnare tutto per il 1 luglio e abbiamo cominciato a girare a dicembre. Avevamo 7 mesi per finire migliaia di effetti speciali… mentre eravamo in post-produzione e montavamo il film!
Sentiamo sempre di più le parole sequel, prequel, remake. Cosa ne pensa di questo trend delle franchise? Dopotutto lei negli anni ’90 è stato una delle alternative al cinema action di Jerry Bruckheimer…
Cerco sempre di essere l’alternativa. Ho fatto questo film perché volevo davvero realizzare una storia sulla Cina. Penso che un regista americano non sarebbe mai capace di realizzare un film sulla storia cinese… cosa ne sanno della loro cultura? Io però volevo fare un fantasy e conoscevo un po’ la storia cinese, non volevo girare un film politico dove osservavo in profondità la nuova Cina. Cercavo di portare in scena i miei sogni sulla Cina. Questa è l’unica ragione per cui ho fatto un sequel di una serie creata da qualcun’altro. Non ho mai fatto sequel in vita mia. A Hollywood non ti vengono a chiedere cosa vuoi fare. Loro preparano già sei o sette sequel dei film che ho già fatto…
Come ad esempio XXX 3?
Di quello ne stiamo ancora parlando. Soprattutto perché adoro lavorare con Vinnie (Vin Diesel). C’è qualcosa tra di noi, una grande sintonia. Quando lavoriamo insieme, sappiamo che realizziamo qualcosa di bello. In un certo livello il successo di quei film è proprio dovuto a quella sintonia. Hollywood non ti prega mai di fare qualcosa… a meno che non sei Chris Nolan con Batman 3. Gli studios vogliono sempre fare la stessa cosa con piccole differenze. E io, invece, voglio fare cose diverse che contengano piccoli elementi comuni. Questo sono io e se realizzerò XXX 3 non sarà affatto come i capitoli precedenti. Sono molto emozionato!
Adesso Vin Diesel ha appena finito Fast and Furious 4, e lei è il padre di quella saga…
Non l’ho ancora visto quel film. Vin e Paul Walker mi hanno chiamato per dirigerlo. Ho detto alla Universal che l’avrei fatto volentieri, ma stavo finendo La Mummia. I produttori erano un po’ nervosi a causa dello sciopero degli sceneggiatori. Quindi hanno subito dato l’Ok al film per febbraio… proprio quando io stavo lavorando alla Mummia, avevo appena finito le riprese ed era praticamente impossibile lavorare ad un altro film.
Torniamo alla Mummia. Si è sentito al sicuro nell’avere nel cast Brendan Fraser e John Hannah, gli attori della saga originale?
John e Brendan sono i più grandi tra quelli con cui ho lavorato. Non si trattava di sentirmi al sicuro. Quello che non volevo era replicare i loro personaggi nei capitoli precedenti. Volevo quei personaggi a modo mio. Ho mandato Brendan alla scuola di arti marziali e ho cambiato il personaggio di Rick O’ Connell, trasformandolo da cowboy specializzato in risse da bar in un vero combattente che lotta per uccidere. Con John, invece, non volevo semplici battute ad effetto, volevo lavorare su nuovi temi comici. E lui lo ha fatto così brillantemente!
E, invece, ci parli dell’ingaggio di Maria Bello nel ruolo che fu di Rachel Weisz…
Rachel aveva rifiutato sin dall’inizio, lo aveva già detto a Stephen Sommers ai tempi del secondo film. Quando sviluppavamo il copione, stava aspettando un bambino e noi avremmo girato nel deserto cinese! Proprio in mezzo al nulla! Quindi ha rifiutato, e io ho pensato: “mi serve una 40enne che ha le stesse qualità di Rachel, intelligenza e charme”. Se però devo fare una critica a quel rapporto d’amore nei film precedenti è che non c’era grande sensualità tra marito e moglie. Questa volta mi serviva una donna sexy e coraggiosa… la risposta è stata subito Maria Bello. Quando l’ho incontrata e lei ha accettato la parte, mi ha detto: “Quando ero una ragazzina andai a vedere con le mie amiche I predatori dell’arca Perduta. Le mie amiche volevano essere come Karen Allen, ma io volevo essere Harrison Ford!”. È stata fantastica!
Un’ultima domanda: ha firmato per i sequel della Mummia?
Non ho firmato. Ho fatto questo film per la Cina e adesso è tempo di fare qualcosa di nuovo.
Vi ricordiamo che La Mummia: La tomba dell’Imperatore Dragone è attualmente nelle sale, distribuito dalla Universal.