Il risolutore (A Man Apart, Usa 2003 – Azione; 110′) di F. Gary Gray con Vin Diesel, Jim Boeke, Larenz Tate, Malieek Straughter, Geno Silva, George Sharperson, Timothy Olyphant, Terri Hoyos, Alice Amter, Juan Fernandez.
Dopo aver incastrato un boss del narcotraffico e aver visto uccidere la moglie, un poliziotto dà di matto nel ricercare una vendetta personale e, costretto a lasciare il distintivo, annienta da solo un intero cartello messicano-statunitense della droga.
Scadentissimo prodotto estivo a basso budget (persino le sparatorie sono girate malissimo), incurante della propria stupidità e quasi fiero di esibire, nel 2003, tutta una messe di ridicoli luoghi comuni del genere che non può che “terrorizzare”: aldilà delle ovvie improbabilità, è un film che illustra tristemente bene il pensiero dell’America presidenziale post-11 settembre. Viene presto mandato a quel paese il taglio semidocumentaristico iniziale, quello assicurato dalla voce narrante del protagonista. E Vin Diesel, di rara cagneria, non risolve nemmeno la noia. Caso più unico che raro: Gary Gray, ex videoclipparo di colore, è uscito nelle sale nello stesso periodo con due film (oltre a questo, The Italian Job, appena più discreto).