Regia: Chris Carter
Cast: David Duchovny, Gillian Leigh Anderson, Amanda Peet, Billy Connolly, Mitch Pileggi
Durata: 104 minuti
Anno: 2008
La cosa più sorprendente (conoscendo la serie) è che questo secondo film di X-Files non sia legato in nessun modo a nessuna continuity. Certo tiene presente quello che è successo (e per me che ho abbandonato la serie più o meno all’altezza del primo film vedere Mulder e Scully tranquillamente a letto insieme è stato un trauma non da poco) ma non richiede nessuna conoscenza particolare, si potrebbe anche dire che il film sia godibile anche da chi la serie non l’ha mai vista.
Allora qual è l’obiettivo di un simile ritorno? Apparentemente nessuno. Nel senso che non c’è in progetto di far ripartire la serie nè di dare vita ad una striscia di film, sembra semplicemente che autori, regista e lo stesso David Duchovny siano voluti tornare alle ambientazioni familiari. Una rimpatriata. E per lo spettatore? Per lo spettatore c’è il mondo X-Files.
Se la continuità (che era stato un tratto distintivo del primo lungometraggio, arrivato nei cinema nel 1998 in pieno svolgimento della serie TV) non è di interesse ciò che rimane è il mondo di Chris Carter, quell’insieme di sensazioni, modo di mettere in scena, di vivere e di mostrare la realtà che è assolutamente peculiare.
X-Files – Voglio Crederci è davvero una puntatona di X-Files, non è nemmeno diretto con piglio autenticamente cinematografico (ma non è necessariamente un difetto) e ci regala con sapienza e professionalità di nuovo quel modo di concepire una realtà densa di punti oscuri che nonostante vengano indagati non sono mai conoscibili fino in fondo, lasciando continuamente delle zone d’ombra. E ogni zona d’ombra in X-Files è affascinante.
Sappiamo bene come la fantascienza non si identifichi con le astronavi ma più con un modo di concepire la realtà e di intendere il rapporto tra l’uomo, il suo destino e il suo ambiente. Allo stesso modo il mix di fantascienza e orrore tipico della serie (che nel film è più fantascienza e thriller) non è solo cappotti, umido, inverno e alieni, ma qualcosa di più.
E’ l’esasperazione continua della diatriba tra fede e ragione, tra la medicina di Scully (imperterrita nel suo non voler credere) e il “I Want To Believe” di Mulder (imperterrito nel cercare sempre nuove motivazioni per credere). Una simile diatriba tra chi crede e chi no, che estremizza sullo schermo la diatriba interna ad ognuno tra ingenuità e desiderio di paranormale, è X-Files e tramuta qualsiasi situazione in una puntata o un film “X-Files”.
In X-Files – Voglio Crederci il paranormale non è nemmeno al centro dell’intreccio, il caso affrontato dai due detective è incentrato su alcuni rapimenti molto terreni. Ma lo stesso il mondo in cui si muovono i due agenti (ma più che altro quello in cui si muove Mulder, colui che vuole credere) è contamintao dal paranormale e quindi lascia buchi irrisolti anche quando il caso è risolto, creando (di nuovo) l’ansia per l’episodio successivo.