Regia: Dennis Lee
Cast: Julia Roberts, Carrie-Ann Moss, Ryan Reynolds, Willem Dafoe, Emily Watson, Hayden Panettiere, Ioan Gruffudd
Durata: 120 minuti
Anno: 2008
Pubblicizzato come fosse un film romantico (ma pieno di ambiguità dato il “segreto” del titolo) che unisce Willem Dafoe e Julia Roberts, all’insegna di un’insperata felicità (i volti sorridenti verso il futuro che sta fuori dalla locandina), in realtà il primo lungometraggio di Dennis Lee è un film che in originale si intitola Lucciole in Giardino e ha per protagonista Ryan Reynolds, figlio della coppia Roberts-Dafoe che in uno dei suoi viaggi di ritorno a casa si trova a fare i conti con il proprio passato e il proprio rapporto con un padre non facile.
Se dalla trama vi è sembrato di riconoscere qualcosa di familiare non vi siete sbagliati, la falsa riga (ma molto falsa) è quella di Il Posto Delle Fragole e immaginate che la trama è la parte del film che più vuole esserne distante!
Nel film di Bergman infatti era un vecchio professore a dover fare i conti con il suo pesante passato e il suo breve futuro durante un viaggio tempestato di visioni oniriche miste a ricordi. Mentre qui un giovane scrittore trentenne fa i conti con un preciso particolare della sua infanzia per correggere il suo lungo futuro. E’ purtroppo a livello formale che Un Segreto Tra Di Noi tenta di guardare a Bergman.
Il film pur non avendo la folle tempesta visionaria di Il Posto Delle Fragole (è pur sempre cinema hollywoodiano), commistiona spesso ricordi e suggestioni al presente, passa molto tra le due linee temporali e cerca un punto di fusione in modo da arrivare a far sì che la sola presenza di un oggetto nella linea del presente scateni nello spettatore suggestioni relative a ciò che già ha visto della linea del passato.
A questo punto mi sembra inutile precisare che il film mira troppo in alto per le proprie potenzialità, mancando non solo di creare una dimensione “mentale” dove presente e passato si parlino o almeno interagiscano, ma anche di cogliere i piccoli gesti e i piccoli sentimenti del quotidiano.
Ad accrescere il fastidio poi è la presenza di un’insistente e fastidiosa morale di colpe e redenzioni a permeare tutto il film. Il regista prima di questo film ha diretto due corti intitolati “God Is Good” e “Jesus Henry Christ” e ha prodotto un film chiamato “St. Paul”. Insomma un moderato.
Si tratta di quel modo di porre il mondo che quando è mostrato da Scorsese va bene, quando lo fa qualcuno come Dennis Lee no. E non solo perchè Scorsese lo fa meglio ma soprattutto perchè Scorsese lo fa non essendone sicuro, chiedendosi sempre a cosa porti tutto questo senza mai considerarlo un punto di arrivo.