Regia: Ben Stiller
Cast: Robert Downey Jr., Ben Stiller, Jack Black, Bill Hader, Nick Nolte, Jay Baruchel, Steve Coogan, Brandon Jackson, Matthew McConaughey, Danny McBride, Valerie Azlynn, Matt Levin, Andrea De Oliveira, David Pressman
Durata: 107 minuti
Anno: 2008.
Difficile pensare ad un altro film dopo Zoolander, uno dei più grandi cult dell’era moderna. Film comico che è diventato punto di riferimento per un’infinità di persone fino anche a (e sono informazioni di prima mano) gente come Terrence Malick.
Ci sono voluti 7 anni per replicare a quel film che fu un insuccesso al box office ma un clamoroso boom in DVD. Eppure Tropic Thunder, pur non potendo aspirare al mito, non delude.
Ben Stiller è sicuramente uno dei più grandi talenti comici della sua generazione e con questo intendo che ad oggi in America è tra i più raffinati corpi comici che esistano, uno dei più personali ed innovativi.
Tropic Thunder, sceneggiato anche da Etan Cohen, è un rarissimo esempio di film comico (e non commedia) scritto bene, raccontato bene e dotato di una trama che fila e di riferimenti molti precisi e raffinati. Non parlo certo delle mille citazioni (che invero un po’ hanno stufato) principalmente da Apocalypse Now!, Platoon, Predator e Full Metal Jacket (ma c’è di tutto dentro), quanto del fatto che in molti momenti Tropic Thunder sappia fare dei discorsi interessanti sull’industria del cinema (il discorso sull’esigenza di interpretare malati mentali parziali e anche tutto il circuito di film brutti che finiscono in oriente in VHS) in maniere poco convenzionali.
Al di là di tutti questi indubbi meriti che rendono Tropic Thunder innanzitutto un film altamente godibile (cioè che non cede dopo la prima parte come quasi tutti i film comici), c’è poi l’ordinaria straordinaria comicità stilleriana, che ancora una volta ruota attorno allo stupido che ce la fa (come suggerisce di fare il personaggio di Robert Downey Jr.) e riesce a stupire per ritmo e raffinatezza formale. Ci sono gag, fondate sul politicamente scorretto come impone la sua scuola (violenze ad animali e bambini) e gag sessualmente esplicite ma stavolta anche un po’ gore e poi ci sono i giochi di parole e l’umorismo di situazione. Il tutto sorretto da un regia illuminata e mai scontata.
Molte delle gag se decontestualizzate non farebbero ridere, potrebbero essere pezzi di film seri ma è il mood che Stiller è capace di creare a rendere tutto anarchicamente esilarante. Ne è prova il trailer di Satan’s Alley contenuto nel film, assolutamente serio e per questo esilarante.