Alla fine lo ‘spaccone’ c’ha lasciato.
Paul Newman, leggenda vivente del cinema, icona inossidabile della 7° arte, ci ha lasciato questa mattina ad 83 anni. Malato da anni di cancro, Paul si è spento nella notte, commovendo il mondo intero che mai ha dimenticato le sue storiche interpretazioni.
Voleva morire nel suo letto Paul, che ha voluto lasciare il Weill Medical Center di New York dove era in terapia. Sentiva che la fine fosse vicina e ha voluta viverla fino in fondo accanto ai suoi cari e alle sue cose.
Nato il 26 gennaio del 1925 a Shaker Heights, Paul esodisce al cinema nel lontano 1954 con Il calice d’Argento. Il successo arriva due anni dopo con Lassù qualcuno mi ama, fino alla storica ‘doppietta’ con Robert Redford in Butch Cassidy, del 1969, e La stangata, del 1973. Con l’Academy ha un rapporto di amore ed odio, ottiene nominations come Migliore Attore nel 1958 per La gatta sul tetto che scotta, nel 1961 per Lo spaccone, nel 1963 per Hud il selvaggio, nel 1967 Nick mano fredda, nel 1981 per Diritto di cronaca e nel 1982 per Il verdetto, ma solo nel 1986 arriva l’agognata e meritata statuetta per Il colore dei soldi di Martin Scorsese, un anno dopo l’Oscar alla carriera.
L’ultima volta che l’abbiamo visto al cinema è stato con Road to Perdition di Sam Mendes, nel 2002, film che gli portò in dote l’ultima nomination di una straordinaria e indimenticabile carriera, marchiata a fuoco sulle strade di Hollywood.
Ciao Paul.