Regia: Davis Guggenheim
Cast: Carly Schroeder, Elisabeth Shue, Dermot Mulroney, Andrew Shue, Jesse Lee Soffer, Joshua Caras, Julia Garro
Durata: 93 minuti
Anno: 2007
La cosa più strana di Il Mio Sogno Più Grande è che si tratta della vera storia della famiglia Shue, quella di Andrew Shue e Elisabeth Shue, non a caso entrambi presenti nella pellicola. Un film tratto da una storia vera che parla del lato non professionale di una famiglia dello spettacolo recitato dagli stessi membri.
Un esperimento decisamente strambo dalla riuscita non eccezionale sebbene non banale. La stranezza del film è data dal contrasto tra una storia che vuole aderire quanto più è possibile alla realtà dei fatti e l’imposizione delle classiche strutture da cinema hollywoodiano.
Per intenderci il film non è rigidamente ingabbiato nella classica struttura aspirazione/sconfitta/riscatto o almeno non nella maniera classica (perchè in fondo a grandi linee la struttura è sempre quella), c’è più di un’occasione di stupore, più di un caso in cui tutto sembra preludere ad una svolta tipica che invece non avviene.
Perchè appunto Il Mio Sogno Più Grande con una mano vuole essere un film hollywoodiano nella maniera più canonica possibile, ma con l’altra tenta la strada del realismo, descrivendo situazioni in maniera il più realistico possibile. Ben presto però le due tendenze cozzano.
La semplificazione dello svolgersi degli eventi che è tipica della struttura industriale hollywoodiana ci ha ormai abituati ad un modello di film che sebbene non possa rappresentare i fatti come si svolgerebbero nella vita vera ne è comunque una metafora efficace.
Lo sappiamo che quasi mai alla prima sconfitta segue un immediato trionfo perchè lo sconfitto ha trovato le vere motivazioni, eppure a grandi linee possiamo riconoscere in questa struttura alcuni principi del vivere quotidiano di compensazione delle disgrazie.
Il Mio Sogno Più Grande invece tenta davvero di rendere reale questo modello, tenta cioè di raccontare una storia vera con tutte le lungaggini e i cambi di tono e di rapporti di una storia vera pretendendo che i fatti si siano svolti come si svolge un film.
Per il pubblico italiano poi il film è abbastanza ridicolo in quanto, sebbene trattato con rispetto, il calcio per come lo presentano gli americani è sostanzialmente distante dalla nostra visione e un po’ puerile, attaccato com’è ai soli elementi spettacolari.
E poi le sequenze di calcio sono filmate malissimo, che è la cosa più dolorosa.