Vanilla Sky (id., Usa 2001 – Fantascienza; 135′) di Cameron Crowe con Tom Cruise, Penélope Cruz, Cameron Diaz, Kurt Russell, Jason Lee, Noah Taylor, Tilda Swinton, Timothy Spall, Shalom Harlow, Oona Hart.
Remake di Apri gli occhi di Alejandro Amenabar: ricco e bello, l’editore David Aames si innamora, la sera del suo trentatreesimo compleanno, della danzatrice spagnola Sofia. Il giorno dopo, però, ha un incidente quasi fatale con un’amante gelosa: al risveglio gli sembra di aver perso tutto, e allora decide di fare un’operazione chirurgica di plastica facciale.
La continuità col film di Amenábar – che già non era eccezionale – è evidente fin dalla prima battuta che riprende il titolo originale di quello (un “abre los ojos” prima pronunciato in spagnolo e poi tradotto) e fin dalla presenza della Cruz che aveva già interpretato l’opera del 1997: ma, rispetto all’originale, Crowe costruisce un puzzle vacuo, prolisso e noioso che riesce nel difficile risultato di non affascinare nemmeno un istante. La regia si limita a spettacolarizzare ogni situazione (e ci riesce dignitosamente soltanto all’inizio, durante il sogno che porta Aames in una Times Square deserta), mentre i dialoghi sono di una sconfortante banalità sia che parlino di sesso spicciolo sia quando tentano di aprire dubbi sulla percezione della vita, della memoria e del doppio che alberga in ognuno di noi: l’idea del cielo “color vaniglia” come in un quadro di Monet, poi, non è portata con coerente acribia fino alla fine. Unanimemente elogiato la colonna sonora rock (da Peter Gabriel a Bob Dylan, passando per Jeff Buckley, Paul McCartney, i Radiohead e i R.E.M. e altri), gran calderone di musica di cui Crowe è appassionato ed esperto. Tra Cruise, allora da poco lasciato dalla Kidman, e la Cruz scoppiò l’amore durante le riprese; sai che novità.