Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (Italia, 1974 – Grottesco; 125′) di Lina Wertmüller con Giancarlo Giannini, Mariangela Melato, Riccardo Salvino, Isa Danieli, Eros Pagni.
In crociera sul Mediterraneo, una signora altolocata settentrionale fa naufragio insieme a Gennarino Carunchio, il suo marinaio, rozzo e per giunta siciliano e comunista: la convivenza nell’isola deserta dove sono sbarcati si fa subito difficile perché l’uomo intende dare inizio alla sua personale lotta di classe.
Titolo chilometrico, storia sopra le righe, regia gridata, recitazione esasperata e tutta smorfie: questa la formula preferita della Wertmüller, qui a uno dei suoi film più noti e premiati al botteghino – una satira ruspante e grassoccia, oltreché piuttosto stereotipata (la borghesuccia sfoggia la “r” moscia, ci mancherebbe), dei conflitti regionali, sociali e di censo che a furia di accumulare elementi e situazioni sgradevoli spreca un interessante soggetto. La regista dimostra, una volta di più, di non avere senso della misura – il finale è dilatato oltre ogni misura – e allora il film vale più per le straordinarie caratterizzazioni di un torvo Giannini e di una radiosa ma antipatica Melato. Gran successo in Usa, tanto che il critico Leonard Maltin (il Mereghetti americano) nella sua celebre Movie & Video Guide lo premia con il massimo del punteggio previsto. Senza considerare l’inconsiderabile remake a firma di Guy Ritchie, con Madonna, allora moglie del regista, nella parte della Melato.