Lontano dal paradiso – Far from heaven (Far From Heaven, Usa 2002 – Sentimentale; 107′) di Todd Haynes con Julianne Moore (Julie Anne Smith), Dennis Quaid, Dennis Haysbert, Viola Devis, Patricia Clarkson.
Hartford (Connecticut), anni ’50: scoperta l’omosessualità del marito, una donna che ha fatto della famiglia il centro della sua vita entra in crisi; e il senso di sfacelo aumenta quando il rapporto di profonda amicizia che la lega al suo giardiniere di colore inizia a essere inviso dagli abitanti della piccola comunità.
Nel mescolare le trame di più film di Sirk (ma quella di Secondo amore prevale), Haynes coglie lo spirito del miglior cinema melodrammatico degli anni ’50 e, attraverso lo studio e la citazione (soprattutto a livello di messinscena – panoramiche e carrellate fluide, con attacco da alberi in fiore – e di décor – costumi, scenografie domestiche, esterni, colori [la fotografia strepitosa è di Edward Lachman]), ne offre una rilettura piacevolmente anacronistica, di sicuro manierata ma appassionata e appassionante: l’aggiunta delle tematiche sul razzismo e l’omosessualità (già operate da Fassbinder), per forza di cose taciute o sottintese ai tempi di Sirk, sono alla fine di poco conto mentre è soprattutto la personalissima (e perfetta) cura filologica a impressionare. Straordinaria la direzione degli attori e appropriata partitura musicale (la sua ultima, nominata agli Oscar) di Elmer Bernstein; ma per chi non conosce a fondo, non ama o non accetta le regole del genere, sarà difficilmente sostenibile. Il doppiaggio moderno invita alla speculazione nostalgica verso le voci dei vecchi doppiatori.