L’Incredibile Hulk, la realizzazione degli effetti speciali!

L’Incredibile Hulk, la realizzazione degli effetti speciali!

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Prosegue il nostro viaggio all’interno del Pressbook dell’Incredibile Hulk.

Dopo avervi fatto leggere curiosità e aneddoti sulla genesi e la costruzione del cast del film, oggi ci occupiamo degli effetti speciali della pellicola, puntando il nostro obiettivo proprio sulla CGI che ha preso in esame Abominio e Hulk… buona lettura!

Naturalmente, la tecnologia CGI viene utilizzata nella maggior parte dei film sui Super Eroi per aiutare i nostri eroi, assediati e trasformati nei loro nuovi costumi, a intraprendere la loro metamorfosi. Nel caso degli altri Super Eroi, la tecnologia CGI aiuta ad acquisire poteri come volare, lanciarsi con una rete, ritrarre gli artigli o camminare lungo i muri, mentre Hulk è l’unico raro caso di Super Eroe interamente realizzato in tecnologia CGI. Hulk, in ogni modo, deve continuare a fare organicamente parte dell’ambiente che lo circonda e il pubblico deve essere portato a credere che una creatura minacciosa, di colore verde, di circa 2,70 m di altezza combatta contro uno psicopatico chiamato L’Abominevole—e che i due gettino distruzione su Manhattan mentre la popolazione si disperde terrorizzata.
Parlando della sfida del nuovo Hulk e di come proporlo al pubblico, il produttore Feige afferma: “Louis voleva realizzare un film d’azione introspettivo e al contempo divertente e movimentato. Per ottenere questo risultato non è necessario indugiare eccessivamente sulle sequenze in CGI. Lo si può fare unendo le sequenze con effetti visivi al disordine e all’eccitazione della scena che si sta costruendo—sia che si tratti di un inseguimento in macchina, o a piedi o che entrino in azione elicotteri ed eserciti vari. Il film riguarda proprio la capacità di assemblare scene d’azione e di caos a scene in cui si ritraggono luoghi concreti del mondo reale. Louis ha costruito il film in modo tale da far credere al pubblico che nel momento in cui Hulk viene inserito all’interno di una sequenza, esso sia parte integrante del contesto in cui viene posizionato”.

La creazione di Hulk
Il processo doveva necessariamente iniziare partendo dal mostro verde. I produttori hanno fatto centinaia di prove e hanno realizzato innumerevoli bozzetti prima di riuscire a costruire l’Hulk che avevano in mente. “Il processo di pre-produzione non finiva mai”, ammette il produttore Arad.Avevamo sfilze di schede da controllare. Ognuno di noi proponeva un’immagine diversa dell’Hulk che voleva ma quella relativa a questo Incredibile Hulk dovevamo ancora trovarla”.
Il regista Leterrier ha un’idea ben precisa di come realizzare il progetto del suo protagonista. Afferma Leterrier, “Volevo un essere sovraumano. Volevo percepirne la struttura, la pelle, le vene. Volevo che diventasse una creatura davvero straordinaria”. Aggiunge che tutti i membri del team non avevano alcun interesse a costruire un “Edward gonfiato”. “Volevamo costruire un eroe diverso, di cui Hulk fosse l’immagine iconica”, afferma.

Per portare a termine questo compito (tra i tanti altri), Leterrier e i produttori si affidarono all’esperienza del supervisore per gli effetti visivi Kurt Williams, che aveva già collaborato ad altri colossal della Marvel come i Fantastici Quattro e X-Men: conflitto finale. Williams, appassionato dei fumetti di Hulk dai tempi in cui il fratello glieli mostrò quando era ancora un bambino, si era unito alla casa di produzione di effetti visivi Rhythm & Hues, già vincitrice di un Academy Award®, per realizzare le scene d’azione e d’avventura. La squadra era responsabile dell’assemblaggio di oltre 900 inquadrature ricche di effetti visivi—450 delle quali sono fotogrammi chiave del personaggio di Hulk realizzati in CGI.
Per la squadra impegnata dietro le quinte, l’obiettivo centrale era difendere la tradizione di Hulk ma anche modernizzare il suo aspetto usando gli strumenti a disposizione. Per raggiungere il primo obiettivo, Williams e il suo team decisero di ripartire da zero, vale a dire, dai fumetti originari. “Da un punto di vista concettuale”, afferma Williams, “ci sembrava opportuno riprendere in esame il materiale originale—l’origine di Hulk, gli aspetti più amati di questo personaggio e le azioni che aveva compiuto, in una parola sola, l’Hulk originario. Trovammo alcune illustrazioni che lo mostravano nel suo aspetto d’esordio—capelli lunghi e postura scultorea, tipica dei primi fumetti. Prendemmo quelle illustrazioni e le usammo come punto di partenza per cominciare il lavoro. Poi le trasferimmo nel mondo reale, cosa sempre complicata quando si tratta di elaborare un personaggio partendo da un fumetto”.

Williams sapeva che creare una creatura dotata del giusto mix di potere, terrore ed empatia e che, per come la vedeva lui, avesse un aspetto più “difensivo che da culturista” sarebbe stato un compito mostruoso. I fan di Hulk hanno grandi aspettative e riuscire a creare un legame tra il pubblico smaliziato di oggi e qualunque personaggio in CGI richiede uno sforzo enorme da parte della squadra responsabile degli effetti visivi.
Come ci spiega il supervisore degli effetti visivi, la trasformazione del nostro eroe dalle prime fasi di sviluppo alla versione cinematografica dipende dalla nostra capacità di trovare le caratteristiche emotive presenti nella creatura stessa. “Tutti noi passiamo molto tempo a scrutare il volto della gente”, osserva. “La differenza tra riuscire a leggere un personaggio costruito al computer e un vero essere umano ha margini molto ristretti. Ovviamente, però, l’istinto ci aiuta a capire quando qualcosa non torna, quando, ad esempio, dei muscoli non sono stimolati correttamente o quando degli occhi non si muovono nel modo in cui dovrebbero. Tutti noi non facciamo altro che osservare il volto delle persone per capire le loro emozioni”.
Quando gli esperti degli effetti visivi iniziarono il processo d’animazione, sapevano che Hulk, oltre a riuscire a trasmettere i suoi sentimenti di rabbia e di dolore, doveva riuscire a farlo al fianco di un cast di attori reali. La squadra per gli effetti visivi congegnò uno strumento che riusciva a stimolare l’empatia degli spettatori nei confronti del mostro. Lo strumento faceva sì che il personaggio assumesse diverse pose corporee, dando al pubblico la chiave visiva per interpretare i pensieri e i sentimenti di Hulk. Afferma Williams: “Tra i vari strumenti a nostra disposizione, abbiamo diversi attributi fisici, come delle strutture muscolari o vascolari, che possono aumentare o diminuire di volume. Ad esempio, per sottolineare un sentimento di rabbia o di inquietudine, possiamo aumentare o ridurre il grado di intensità del colore e, in questo modo, creiamo qualcosa che mette gli spettatori in relazione con il personaggio. Tutti noi, ad esempio, associamo l’arrossamento del viso a un sentimento di imbarazzo. Sono proprio questi piccoli dettagli che volevamo introdurre nel personaggio di Hulk”.

Non a caso, Stan Lee era arrivato alle stesse conclusioni più di 45 anni fa. “In un primo momento avevo deciso di farlo grigio, visto che, per quanto ne sapessi, nessuno aveva mai creato un Super Eroe o un farabutto dalla pelle grigia”, afferma Lee. “Quando uscì il primo episodio, il tipografo ebbe qualche problema con il grigio. Così, andai a parlare con la squadra tecnica e loro mi dissero, ‘Beh, sarebbe più facile trovare un altro colore, ma non preoccuparti’, insomma dovevo scegliere un altro colore. Fu solo allora che mi resi conto che non esisteva ancora un eroe verde. Così dissi, ‘Okay, facciamolo verde’. Fu un vero caso”. Le dimensioni di Hulk, invece, furono stabilite dai disegnatori e dagli animatori. “Una delle sfide più grandi di questo film è stato decidere le dimensioni dei personaggi”, afferma Williams. “Dovevamo riuscire a stabilire delle dimensioni che Hulk potesse mantenere in tutte le riprese del film. Non volevamo che aumentasse, né volevamo che si riducesse o si piegasse su di sé. Volevamo che mantenesse le stesse dimensioni per tutta la durata del film e così optammo per i 2,72m di altezza, che gli permettevano di relazionarsi con gli umani senza apparire un alieno o una creatura difficilmente attendibile. In questo modo, lo spettatore ha la sensazione di vederlo esattamente nel punto in cui si trova e, allo stesso, tempo, non ha difficoltà a credere che possa sollevare una macchina, a lanciarla in aria o a fare mostra della sua forza in altri modi, come fare a pezzi l’asfalto e creare un varco enorme nel bel mezzo di una via”.

La costruzione di Abominio


Anne Gale Hurd parla dell’atmosfera che si respirava tra i membri della troupe durante l’epica battaglia in cui L’INCREDIBILE HULK raggiunge il punto di massima tensione,: “La cosa più fantastica di questa storia è lo scontro tra due forze titaniche, Hulk, il nostro eroe, e un nemico molto più grande, molto più potente e molto più pericoloso di lui. Questo scontro cruciale avviene tra le vie di New York. Vi viene in mente nulla di più divertente?”.

In origine, i creativi della Marvel Comics avevano concepito il nemico di Hulk come la mutazione di un ex spia sovietica del KGG di origine iugoslava – una creatura di circa 1, 85m di altezza e 436 kg di peso – mentre in questo nuovo episodio della saga di Hulk, L’Abominevole diventa una super spia la cui sete di potere la rende persino più forte della sua preda. Roth spiega il motivo per cui Blonsky si trasforma in questa creatura: “E’ un eccellente soldato che ha già compiuto tutte le gesta che poteva compiere con le forze fisiche di cui disponeva e che, a questo punto, vuole solo arrivare alla fase successiva della sua evoluzione”.
Per i produttori, la costruzione dell’antagonista di Hulk sarebbe stata persino più impeganativa di quella del protagonista. Afferma Arad, “L’Abominevole fu persino più difficile. Hulk è una figura iconica e, quindi, hai una base solida da cui partire ma L’Abominevole, no, non ha questa base. E’ stato difficile rendere la sua parte umana, concreta, di chi incute terrore, senza cadere nell’errore di fare… una specie di Alien”.

Leterrier spiega perché fosse tanto importante che il maggiore nemico di Hulk fosse una delle creature più feroci che si possano immaginare: Banner è convinto che il suo peggior nemico sia stato creato a causa di un suo errore. “Tutto comincia nella mente di Bruce Banner che è convinto di avere creato un mostro, di avere creato la tecnologia”, afferma il regista. Il fisico è sopraffatto dai sensi di colpa perché pensa che il suo sangue contaminato e i suoi test scientifici sono stati usati dal Governo per costruire un Super Soldato. “Ma appena capisce che è stato il Generale Ross a creare L’Abominevole—attraverso Emil Blonsky, al quale il Generale ha iniettato un mix di super siero e parte del sangue di Banner—Banner diventa istantaneamente e necessariamente l’eroe della storia” continua Leterrier. “Ma deve fare ancora i conti con i suoi errori, perché tutto è iniziato per colpa sua”.

Come con Hulk, per creare L’Abominevole i disegnatori hanno utilizzato il materiale illustrato dei fumetti originali dai quali si sono distaccati solo lievemente per lasciare al pubblico il gusto di sviscerare il “nuovo” personaggio. Mentre L’Abominevole dei fumetti ha uno sguardo infido, i produttori volevamo che il personaggio del film rappresentasse, fisicamente, la versione mutante dello stesso Hulk. Così si chiesero: “Che accadrebbe se le iniezioni di radiazioni gamma trasformassero le ossa dell’Abominevole in orribili protrusioni?” Volevano che l’esoscheletro del mostro avesse una struttura grottesca diversa da quella di Hulk—con parti rigide che sporgessero dal capo, dal petto e dalla schiena…e la colonna vertebrale che fuoriuscisse dalla epidermide. Per completare il tutto, il mostro doveva avere enormi mani grinzose.
L’Abominevole di questo film è alto 3,30m, 60 cm più alto di Hulk, un fatto che, come dice Williams, gli dà “un notevole vantaggio durante tutto il film”. “L’Abominevole fa passi dai 1,50 ai 3,40m di lunghezza, a seconda che corra o meno”, afferma. “Può spostarsi facilmente a una velocità di circa 30 miglia l’ora. Siamo partiti dal concetto che L’Abominevole dovesse avere un vantaggio, specialmente nel terzo atto, dove Hulk parla d’amore. Alla fine del film, infatti, Hulk decide di tornare perché il suo cuore gli dice di andare a salvare Betty”.

To Be Continued…

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