Ladri di biciclette (Italia, 1948 – Drammatico; 90′) di Vittorio De Sica con Lamberto Maggiorani, Enzo Staiola, Elena Altieri, Lianella Carell, Gino Saltamerenda, Vittorio Antonucci.
Un povero attacchino si vede rubare la bicicletta tanto sudata con cui svolge il suo lavoro: dapprima tenta, assieme al figlioletto, di ritrovarla ma, scontrandosi con l’ostilità e l’indifferenza della gente, decide di rubarne una. Scoperto subito, viene graziato per merito del suo bambino che muove a compassione la gente.
Uno dei vertici del neorealismo che, a guerra finita, continua a riprendere la difficile vita quotidiana senza tanti patetismi ma con una leggerezza e una grazia di sguardo paragonabile a una carezza o a un alito di vento. Nel suo pedinare fatti e personaggi, diventa indispensabile l’uso del piano-sequenza che pedina la realtà, a cogliere i suoi atti più sensibili e umani ma anche quelli più miseri e decadenti. Oscar alla regia di De Sica, autore anche del soggetto insieme allo scrittore Cesare Zavattini. Recitato interamente, come di consueto, da attori non professionisti (Maggiorani – che fu preferito ai “professionisti” Cary Grant, Henry Fonda e Marcello Mastroianni – era un operaio). Un adolescente Sergio Leone è uno dei preti che si riparano dall’acqua vicino al protagonista. Il gran regista indiano Satyajit Ray lo vide a Londra, se ne innamorò all’istante e decise di fare cinema.