La cosa più dolce (The Sweetest Thing, Usa 2002 – Commedia; 84′) di Roger Kumble con Cameron Diaz, Christina Applegate, Thomas Jane, Selma Blair, Parker Posey, Jason Bateman.
Christina e le sue due amiche amano scatenarsi in discoteca alla ricerca dell’uomo usa e getta: ma poi lei incontra Peter e capisce che è il suo uomo giusto. E, persolo di vista, corre a riacciuffarlo…
Kumble si sforza di imitare a più non posso la comicità irriverente dei fratelli Farrelly e di Tutti pazzi per Mary in particolare (le gag giocate sugli organi sessuali e i loro liquidi, i numeri musicali – di cui uno interamente dedicato al pene in lingua originale, in italiano aggirato con una traduzione se possibile ancora più triviale) e due o tre volte riesce anche a strappare un grasso sorriso: per il resto il film è l’emblema dell’ipocrisia americana, con donne che vorrebbero lanciarsi in gesti da super-emancipate ma che invece sono tradizionalissime quando non caste (la Diaz vive stravaganti amplessi o focosi cunnilingus soltanto in sogno, ovviamente; le amiche si legano subito all’uomo prescelto), e della faciloneria hollywoodiana, con tanto di zuccheroso happy end. Non c’è mai dramma né senso del comprensibile squallore esistenziale, tutto si accomoda sempre, persino la volgarità diventa idilliaca o non peccaminosa (“la cosa più dolce” del titolo, per esempio, a cosa si riferisce esattamente?), si piangono lacrime artificiali e di rivoluzione dei sessi o di politically uncorrect nemmeno si accenni: certo, il cast è ben assortito, ma l’America descritta, popolata di belli puliti e buoni, è patetica e razzista (a far la figura dei pezzenti, guarda un po’, sono i cinesi). La versione unrated dura 90′, ma frega a qualcuno? Irritante e offensivo pezzo di repertorio dell’era Clinton/Bush Jr.