Regia: John Carney
Cast: Glen Hansard, Markéta Irglová, Bill Hodnett, Danuse Ktrestova
Durata: 91 minuti
Anno: 2006
Grande sorpresa Once! Non è la “rivoluzione dei musical” di cui si parla (era più rivoluzionario a livello di musical Dancer In The Dark se vogliamo…) ma è un film che parla attraverso la musica in maniera molto intelligente.
Once è in realtà un film indipendente incentrato su un musicista e una ragazza che conosce, c’è dunque molta musica poichè la creazione di una demo è al centro della trama ma soprattutto a livello di rapporto tra i personaggi questi nel suonare assieme e nell’aiutarsi a fare musica riescono a comunicare meglio che a parole, e questo è reso davvero bene.
Cioè in Once la musica è una parte importante nella strutturazione del rapporto in un modo in cui si era già tentato di fare ma non si era in fondo mai riusciti. Le canzoni (scritte dal protagonista, cantante dei The Frames, gruppo nel quale il regista ha militato al basso) sono una vera narrazione in parallelo. E non è l’unico pregio del film!
Parte dunque alla grande mettendo in mostra una storia di autentica disperazione ma senza disperazione, con qualche tono sundance (l’aspirapolvere portato in giro) e molta cura per il racconto.
Poi il film non diventa ciò che promette e vira per un momento diventando un racconto di formazione di una band, per sfociare infine in un finale molto bello e per nulla scontato sia per trama che per girato (con uno dei dolly meglio usati da molto tempo a questa parte).
E’ un’opera piccola, più piccola anche dei soliti film indipendenti (ma lo stesso capace di incassare 10 milioni di dollari al box office americano), volutamente girata in fretta e d’istinto, illuminata moltissimo con luci naturali (di giorno) e provenienti dal set (di notte), girata in un digitale povero ma operato molto bene. Nonostante infatti i colori siano quelli da video amatoriale (dato anche il tipo di illuminazione) John Carney sia per colori che per composizione dell’inquadratura non rinuncia assolutamente ad una dimensione estetica, anzi!
La storia tra i due protagonisti segue percorsi poco banali e non punta a soddisfare gli spettatori, che è un gran bene, e non rinuncia ad una dimensione intimista, anzi cerca a tutti i costi la complessità dei sentimenti e non la loro semplicità, tirando in ballo la solitudine, l’attrazione, il ricordo e l’orgoglio.
E’ un film piccolo, bello e complesso davvero Once.