Spesso si usa parlare di personalità schizofrenica dei supereroi riferendosi alla cozzante duplicità data dalla loro identità segreta; questi, infatti, quando non indossano il costume solitamente appaiono come persone miti, pacifiche e persino imbranate, l’esatto contrario cioè di quando si calano nei panni del loro Alter Ego, sempre forte e temerario, dai riflessi pronti e – si veda ad esempio Spider-Man – dalla parlantina sciolta. Ma Hulk, sebbene possa essere considerato il più schizofrenico tra essi, ha in realtà ben poco da spartire con gli eroi in costume; egli infatti non è affatto un supereroe, non ama perdersi in chiacchiere e – soprattutto – non ha a cuore il destino dell’umanità, che da sempre lo considera un mostro pericoloso e inaffidabile. Hulk è tragicamente, inesorabilmente solo, un reietto della società, una sorta di mostro di Frankenstein che per Stan Lee, che lo ha creato nel 1962, rappresenta per l’appunto la parte oscura di ciascuno di noi, le pulsioni più intime dell’animo umano, ciò che tendiamo a reprimere dentro di noi e che improvvisamente può esplodere in tutta la sua violenza.
Hulk è quindi l’aspetto più recondito del pacato scienziato Bruce Banner, ma non solo, e ben presto sviluppa una personalità e una coscienza tutta sua; entrambi insomma condividono lo stesso involucro fisico, ma non sono la stessa persona, si odiano a vicenda, l’uno rifiuta l’altro, come nei migliori casi di sdoppiamento della personalità alla Dr. Jekill e Mr Hyde, romanzo che ha certamente offerto lo spunto a Lee per la creazione del gigante.
Come detto, il personaggio esordì nel 1962 sulle pagine di una rivista tutta sua intitolata “The Incredible Hulk”; ai testi di Stan Lee si affiancavano i disegni del maestro Jack Kirby, che ne delineò le caratteristiche fattezze ruvide e sproporzionate. In questo primo numero sono narrate le origini di Hulk e la malasorte capitata al celebre fisico nucleare Bruce Banner, scopritore dei Raggi Gamma e responsabile di un progetto segreto dell’esercito statunitense volto (manco a dirlo) alla realizzazione di una micidiale super-arma battezzata Bomba Gamma. Dopo mesi di lavoro, giunge infine per l’equipe di Banner il momento di testare la potenza distruttiva dell’ordigno: come location per l’esperimento viene scelta una desertica zona del New Mexico; tutto sembra procedere per il meglio, ma un giovane sprovveduto di nome Rick Jones (che diventerà in seguito uno dei comprimari fissi della testata) si introduce nel luogo dell’esperimento, costringendo Banner a lanciarsi in suo soccorso! Investito dai raggi gamma prodotti dall’esplosione, il dottore subisce la sua prima trasformazione: davanti agli occhi dei militari si presenta un incontrollabile energumeno dai vestiti laceri, straordinariamente forte e furioso! Solo alle prime luci dell’alba Banner torna a prendere la sua forma e a riacquistare la sua consapevolezza umana. Inizialmente infatti, la trasformazione in Hulk avveniva solamente al calare della sera, mentre con il passare del tempo sarà sufficiente una forte emozione o un’arrabiatura per far tornare a galla il mostro, il collerico gigante che ha un solo desiderio: spaccare tutto!!!
Questo primo Hulk (il personaggio subirà diverse trasformazioni nel corso degli anni) è di color grigio, stupido e violento, non ha ancora piena coscienza di sé e spazza via qualunque cosa intralci il suo cammino: costantemente braccato dall’esercito (capitanato dall’implacabile generale Ross), temuto da tutti, è costretto ad una perenne fuga. Solo l’amore di Betty, figlia del generale Ross, è in grado di fare appello alla sua parte umana e di rievocare così la coscienza di Bruce, seppellita da qualche parte in fondo a quella montagna di muscoli.
Al contrario di quel che si può pensare, la psicologia di Hulk è sempre stata al centro delle sue storie e i cartoonist che negli anni si sono passati le redini della serie ne hanno fatto un aspetto fondamentale, riuscendo a mantenere sempre vivo l’interesse verso il personaggio: tra questi è d’obbligo almeno citare l’ottimo Peter David, autore che più di ogni altro è riuscito a conferire spessore a Hulk e del quale tornerò a parlarvi più avanti; sceneggiatore della seconda serie del Golia Verde (dal n° 331, del 1987, al 467 del 1998), scrisse una lunga serie di storie ricche d’azione ma anche tragiche, nelle quali analizzò la psiche di Hulk e affrontò argomenti delicati come l’AIDS, l’aborto o la violenza;
Attualmente Hulk gode un periodo di ottima salute: le sue storie si sono evolute in maniera davvero molto particolare (tra le altre cose, si è sposato ed è il monarca di un pianeta all’altro capo dell’universo, oltre ad aver assunto un vistosissimo colore rosso rubino!!!) e gli occhi dei fan sono puntati sul mega-evento (scritto da Greg Pack) “World War Hulk“, che accompagna l’uscita del secondo (e, dicono, migliore) lungometraggio dedicato al Golia Verde.
Per stemperare l’attesa passeremo in rassegna i momenti più memorabili del personaggio, conosceremo i suoi (tanti) nemici e (pochi) amici, e scopriremo gli autori che ne hanno curato con maggior successo le serie; un viaggio a 360° nella carriera fumettistica di Hulk, al quale non potete mancare. Una volta alla settimana. Siateci!!!