Sono passati mesi dall’ultima puntata della terza stagione di Lost, troppi mesi. Devo dire che ormai neanche ne sentivo la mancanza.
La curiosità c’era, naturalmente, e ho letto distrattamente anche alcune notizie e spoiler vari. Niente però che prendesse la mia totale attenzione.
Ero quasi felice di essermi liberato dalla “malattia di Lost“:
basta notti insonni alla ricerca del file e dei sottotitoli;
basta porsi domande a cui non avrei mai potuto avere risposte;
basta pianificare viaggi in America per rapire almeno uno degli sceneggiatori e fargli sputare qualche news in anteprima.
Basta. BASTA. BASTA.
A farmi compagnia nel frattempo ci sono stati eroi , serial killer, pasticceri molto particolari, futuri supereroi, medici scorbutici e dottori in erba.
Sono stato in ottima compagnia quindi e devo dire la verità: Lost non mi è mancato.
Poi è arrivato giovedì.
Una puntata appassionante, coinvolgente, commovente, spaventosa e anche divertente.
Una puntata di Lost.
E ora tocca soffrire di settimana in settimana in attesa dei nuovi episodi (che saranno davvero troppo troppo pochi a causa dei vari scioperi)
Niente da fare.
La febbre è ricominciata.
Forse dopotutto non era mai finita.