Regia: Davide Barletti, Lorenzo Conte
Cast: Claudio Santamaria, Valentina Cervi, Ippolito Chiarello, Giorgio Careccia, Daniele Pilli, Giancarlo Luce, Lea Barletti, Giuseppe Ciciriello, Ugo Lops, Danilo De Summa, Fabrizio Parenti, Simone Franco, Fabrizio Pugliese
Anno: 2007
Durata: 90 minuti
Caleidoscopica iperbole che fa smarrire l’equilibrio! La pellicola della coppia Barlett/Conte, che meglio si può indicare come facenti parte del collettivo Fluid Video Crew, prende ispirazione dal romanzo autobiografico Vista d’interni (Manni Editori) scritto da Antonio Perrone, condannato a 49 anni di carcere scontati in totale isolmento secondo l’articolo di legge 41 bis.
La voce narrante che ci conduce lungo scenari apocalittici e disumani, abbandonati da tutti e lasciati al loro misero destino è quella di Claudio Santamaria, protagonista della storia, che come in un libro aperto, parla direttamente a Daniela, la sua Lela, la moglie il cui ruolo è stato affidato a Valentina Cervi.
Le parole che introducono alle prime, inequivocabili immagini di un arresto e della successiva deportazione di un pericoloso criminale sono tratte dal diario scritto in prima persona dall’ispiratore di tutta la vicenda e qui il merito degli sceneggiatori, di saper dare quel giusto piglio e quella giusta forma, perché ne venisse fuori un racconto ben costruito con le immagini. e con gli attori!
La vicenda di Tonio Perrone è grottesca, quasi surreale: un giovane ragazzo universitario, di buona estrazione, si sente costretto da una vita che non gli appartiene e mosso dall’egoistico desiderio di avere di più, ancora di più, sempre di più contamina un territorio sino ad allora ancora vergine, gettando le basi per una nuova criminalità che prendesse gli aspetti più marcati delle mafie già esistenti.
Fine pena mai non è però un gangster movie, piuttosto un viaggio introspettivo che accompagna l’allucinato narratore nel suo percorso viscerale, quasi catartico e di espiazione. Tristemente attuale e contemporaneo, ambientato negli anni ottanta, ha per sfondo la nascita e gli sviluppi della Sacra Corona Unita, il primo quindi nel suo genere.
Trascinati dalla cometa Perrone, gravitano gli altri elementi chiave, non proprio astri o corpi, quanto piuttosto particelle necessarie a distribuire i giusti ritmi ed equilibri: una moglie (Cervi) non asservita ma compartecipe dell’apice coniugale, seppur dietro vincolo di promessa, peraltro non mantenuta, di non abbandonarla; Gianfranco (Daniele Pilli), la scintilla capace di dare la svolta fulminante ad un momento di impasse; Daniele (Giorgio Careccia, fidato luogotenente che prende le redini del carro nel momento di completa assenza, ma solo per tenere caldo il posto.
Una gioventù bruciata, senza tanti misteri o sfarzose cerimonie. Poco chiari i motivi di alcune scelte e delle pieghe su cui si è avvolto il loro destino, ma non v’è bonismo nell’occhio della telecamera, che ci ricorda più volte di quanto illegale fosse tutta la loro esistenza