E’ proprio vero, è la stagione dei pinguini: hanno marciato (La marcia dei pinguini), ballato (Happy Feet), fatto contro spionaggio (Magadascar) e ora si danno pure al surf! Sin da quando era poco più di un uovo dischiuso, Cody Maverick ha sempre sognato di prendere la prima onda, calvalcarla ed andar via da Ghiacciano Terme in Antartide per poter diventare un grande surfista, spinto dall’incontro con il suo idolo Il Grande Z.
Arriva anche per lui il giorno delle occasioni e salperà, lasciandosi alle spalle una famiglia e un gruppo che lo ha sempre guardato di traverso per la sua manifesta ambiguità e diversità, diretto verso i caldi mari dell’isola di Pen Gu, per partecipare al decimo Big Z Memorial Surf-Off, concorso annuale tra vari pretendenti, sui quali spicca sempre l’arrogante e tronfio Tank.
M l’ossessione di trovare la propria strada e dimostrare a qualsiasi costo di essere bravo in qualcosa lascia pian piano il posto al valore dell’amicizia e l’impegno viene sostituito dal divertimento.
Se da una parte si può rimproverare a questo come ad altri film di animazione di non avere idee originali, considerando che fatta la fortuna di uno, gli altri si mettono a ruota e copiano a modo loro il soggetto apportando poce innovazioni, è altres^ vero che l’idea base di Surf’s Up di raccontare il tutto attraverso una video intervista correlata da materiale che sembra girato in super8 sì da rendere credibile il documentario è qualcosa di assolutamente geniale.
Così il racocnto in prima battuta, gli aneddoti, i vari interventi diventano il film nel film, riuscendo a creare delle microstorie e dei brevissimi cicli che autoconclusive che offrono manforte al filone narrativo, senza sviare dalla linea guida originale, ma traendo da essi spunto per piccole gag che possano dar colore ed enfasi nei momenti di calma assoluta.
Il personaggio meglio riuscito è sicuramente il pollo, parodia se vogliamo del cantastorie disneyano di Robin Hood, ma anche cliché di se stesso e spalla, ignara, perfetta.