Chi vi scrive non ha dubbi: Halo 3 è il miglior videogame della storia. Perfetta sintesi fra il divertimento dato da un gameplay coinvolgente come nessun FPS prima di lui, cut scene degne della migliore fantascienza cinematografica (paroganarlo da un punto di vista qualitativo a Star Wars, vi assicuro, non è affatto blasfemo!), level design ispiratissimo e vario, longevità garantita da una meravigliosa campagna (che si termina con circa 10 ore di gioco a livello normale, ce ne vorranno molte di più ai livelli di difficoltà più elevate) fruibile anche da 4 giocatori in cooperativa (tramite split screen, collegamento locale oppure on line con XBOX Live) e da un multiplayer stratosferico che presenta la novità della “fucina”,una sorta di editor in tempo reale dei livelli che pone Halo 3 all’apice delle possibilità di personalizzazione del gioco on line. A tutti questo va aggiunto infine il “cinema mode”, una sorta di replay delle nostre partite sia in singolo che in multiplayer e da cui potremo anche “scattare foto” per avere un ricordo delle emozioni capaci di suscitare questo autentico capolavoro videoludico.
Pur confermando l’appellativo di videogioco più bello della storia, Halo 3 non è esente da difetti. Sono due in particolare le “macchie” del capolavoro di Bungie: un’intelligenza artificiale dei nostri commilitoni che a volte va completamente in black out e, da un punto di vista tecnico, la presenza di un filo di aliasing oltre a qualche texture non proprio in alta definizione. Queste “sbavature” non minano comunque anche la magnificenza estetica del titolo: background da cartolina, scenari monumentali, battaglie da kolossal (senza neppure problemi di frame rate, sempre ancorato a 30 fps, anche quando utilizziamo mezzi di terra e d’aria), varietà incredibile di cromie e paesaggi e situazioni (abbattere i giganteschi Scarab regala un piacere enorme…). Halo 3 è ai limiti dell’opera d’arte per la sua grandezza e qualità in fatto di estetica. Standing ovation infine per la colonna sonora che non avrebbe sfigurato neppure in film fantascientifico da tripla A, così come il doppiaggio in italiano se pur qualche piccolissima sbavatura è presente, a cominciare da Linus di Radio Deejay che nel ruolo di doppiatore non convince affatto.
La conclusione quindi è molto semplice: chiunque abbia anche un minimo di empatia con il medium videoludico dovrebbe vivere l’universo immaginifico parallelo di Halo 3. Certificato e garantito.