Sembrerebbe poco probabile immaginare una carovana di Tuareg nel Sahara, un gruppo di Indio nel mezzo della foresta Amazzonica e una famiglia di nomadi mongoli, tutti diretti e determinati verso un unico scopo: guardare la finale dei Mondiali di Calcio del 2002 tra Brasile e Germania.
Questa perlomeno ?� l’impressone che io ho avuto guardando la commedia “Il grande match” di Gerardo Olivares, per Mikado.
Se non fosse che lo stesso regista, solitamente impegnato nella realizzazione di documentari naturalistici ed antropologici, racconta di aver tratto ispirazione da un aneddoto personale.
“Tutto ?� iniziato con un viaggio in Mongolia. Era il novembre del 2001 e stavo facendo i sopralluoghi per girare un documentario. Mentre mi trovavo sulla catena montuosa degli Altai, mi sono imbattuto in una carovana di nomadi e ho notato, sul dorso di uno dei loro cavalli, un vecchio televisore legato sulla sella. Incuriosito ho chiesto loro dove fossero diretti e quello che sembrava essere il loro capo, mi ha risposto: “Andiamo all’albero di ferro.” Mi sono chiesto cosa mai potesse avere di tanto speciale un albero da attirare un���intera carovana di Mongoli e spingerli ad attraversare la steppa.
“Non ?� un vero albero”, continu?? il capo. “E��� un pezzo di ferro abbandonato dai soldati che veniva usato come antenna. C���?� la finale della coppa del mondo.”
E io che immaginavo ancora terre e popoli incontaminati dalla cultura popolare mi ritrovo a sentirmi veramente antica e retrò, nonchè ignorante.
Olivares prosegue affermando che in ogni suo viaggio nelle regioni più remote del Pianeta ha incontrato persone insospettabilmente informate si chi fossero i giocatori di punta o su come si era disputata una partita.
Da qui l’idea di questa spensierata commedia, particolarmente adatta alle frenesie calcistiche italiane.
I tre gruppi etnici si muovono nei rispettivi luoghi, mostrando situazioni parallele nelle quali, malgrado le difficoltà, gli uomini di riuniscono intorno ad improbabili televisori, tirando qualche frecciatina agli americani fanatici di baseball e sostenendo spudoratamente il Brasile a discapito dei tedeschi.
Gli sketch si basano soprattutto sui classici luoghi comuni dell’uomo tifoso (e della donna che preferirebbe Beautiful), contestualizzati però in un ambito inusuale.
I personaggi sono forse un po’ troppo macchiettistici, daltronde si tratta di una commedia leggera e per nulla pretenziosa, dunque glielo si può perdonare.
Il sito ufficiale: www.ocean-films.com/lagrandefinale/
L’uscita nelle Sale italiane è prevista per domani (20 Luglio).