Cannes e dintorni: Le scaphandre et le papillon

Cannes e dintorni: Le scaphandre et le papillon

Di Redazione

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Sarebbe facile immaginarsi il classico drammone ospedaliero nel quale il sopravvissuto resetta volente o nolente la propria vita, riscoprendo alti contenuti morali grazie alla propria infermità. Di film del genere ne abbiamo visti anche troppi, e non spiccano mai in qualità registiche particolari.

Ma il film di Schnabel è una piacevole sorpresa sotto ogni punto di vista.

Innanzi tutto Schnabel è principalmente associato al suo lavoro come pittore, e i suoi precedenti film non hanno certo fatto la storia del Cinema degli ultimi anni. Eppure con questo film si ?� guadagnato il premio per la Miglior Regia, a mio parere del tutto meritato.

La trama – come detto – farebbe presupporre un film mediocre, anche perché basata su una storia vera e si sa che la strada dell’inferno è lastricata di buone intenzioni. Eppure devo dire che questo film colpisce i punti giusti senza furbizie, senza strizzare l’occhio ai buoni sentimenti. Ha tutto, è completo: ottima sceneggiatura, fotografia piacevole, trovate stilistiche originali e anche una buona dose di ironia.

Percorrendo la storia di Jean-Dominique Bauby – caporedattore rampante di Elle che in seguito ad un ictus si ritrova completamente paralizzato tranne che per l’occhio sinistro – ho provato una sensazione di onestà. Il film è girato in soggettiva, immaginate di guardare ogni cosa tramite l’occhio sinistro di Bauby, di sentire i pensieri di una persona che non può articolare parola. Gli unici momenti in cui ci si stacca da questo tipo di visione sono gli occasionali ricordi del protagonista, che ci spiegano la sua vita precedente senza cadere troppo nel dossierismo. Quest’uomo all’apice del proprio successo deve scoprire un nuovo modo di comunicare, e lo farà tramite la mobilità della palpebra, segnalando le sillabe che compongono le parole da lui pensate. In questo modo scriverà la sua autobiografia, ovvero il testo su cui è basata la sceneggiatura.

Non manca certo l’estetica: il protagonista si visualizza come rinchiuso in uno scafandro in fondo al mare, e queste immagini visionarie si sovrappongono spesso al ricordo della natura come simbolo di forza e dinamicità.

Il sito ufficiale: www.lescaphandre-lefilm.com

Le scaphandre et le papillon
Francia, 2007, 84 min
Regia: Julian Schnabel

Cast: Jean-Pierre Cassel, Emmanuelle Seigner, Mathieu Amalric, Anne Consigny, Marina Hands, Françoise Lebrun

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