Isa e Bahar sono una coppia piuttosto triste alla quale rimane poco da dire. Alla fine di una vacanza all’insegna dell’incomunicabilità, lui chiede a lei un periodo di allontanamento; Bahar accetta sicura di una separazione definitiva dal marito che non sembra più essere in grado di renderla serena. Isa ricontatta una vecchia amante, ma col tempo decide di provare a riconquistare la moglie raggiungendola sul set di un serial tv al quale sta lavorando.
Mi accodo alla critica fatta da Stef riguardo a questo film, che ci vede più o meno dello stesso parere.
Il linea generale l’ho trovato discreto, forse per una mia passione personale per il non parlato, per le lunghe scene, per il senso di difficoltà nel comunicare un disagio a due; il punto è che nulla spicca e che spesso si arriva ad un eccesso di questi elementi senza una reale motivazione se non la poca variabilità o eccessiva sottigliezza (non intesa come finezza) della trama.
Il tema centrale non rimane congelato all’impossibilità di comunicare tra i due, ma sfocia sulla divergenza d’intenti: mentre all’inizio del film Bahar sembrerebbe l’artefice dell’infelicità di coppia, nel finale scopriamo che Isa ha bisogno di desiderare più che amare, e che riconquistando la moglie perderà di entusiasmo riportando la situazione a quella iniziale. E anche qui si cade un po’ nell’abusata trama a cerchio, dove il principio e la fine sono sostanzialmente la stessa cosa.