Dunque è arrivata la fine anche per Capitan America, ucciso da un cecchino mentre lascia un’aula di tribunale (la stessa docu-fiction-fine di Bush quindi) nell’ultimo albo dell’omonima serie in uscita in queste ore negli USA.
Finisce così (almeno per ora, non sarebbe certo la prima volta che resuscita) la carriera di uno dei più longevi super-eroi della Marvel (anche se non uno dei più simpatici o, meglio, non uno dei più moderni), nato nel 1941 per supportare lo spirito patriottico durante la Seconda Guerra Mondiale.
Certo è che al di là dell’età anagrafica (il fumetto ha 66 anni) il tempo dei super-eroi monolitici e senza dubbi è passato da tempo e al di là delle sempre possibili resurrezioni fumettistiche credo che Capitan America sia ormai (da tempo) un tipo di eroe che ha perso la sua ragione d’essere, molto di più di un Tex Willer.
Comunque sembra tutt’altro che morta l’idea di portare anche lui sul grande schermo, ma questa credo sia tutta un’altra storia.
Variety, nel fare il necrologio del super-eroe, annota che Steve Rogers, il nome “civile” di Capitan America, non si è mai sposato e non ci sono suoi parenti noti in vita. Si calcola che dalla sua creazione il fumetto di Capitan America abbia venduto oltre 210 milioni di albi in 70 paesi.