Mentre negli Stati Uniti è incasso record per 300 (grande marketing online) qui da noi tutti discutono dell’enorme successo di Ho voglia di te, che ha esordito venerdì con oltre 1 milione e mezzo d’incasso (record per le prime 24 ore) e ha chiuso il weekend con oltre 6.200.000 Euro di incasso totale.
Il dato, pur non essendo un record assoluto, è sicuramente significativo: basti pensare che in soli tre giorni il film ha incassato 1.500.000 Euro in più della commedia “internazionale” evento dell’anno, Borat, uscita la settimana scorsa, sorpassato Saturno Contro (che in 2 settimane ha incassato poco più di 6 milioni) e incassato più della metà di Notte prima degli esami oggi (11 milioni e 200mila), 1/3 di Manuale d’amore 2 e 1/4 del film record di incassi della stagione, che è Natale a New York.
Non credo che alla fine del suo percorso in sala supererà Natale a New York e Manuale d’Amore 2, ma ha buone chance di testa a testa con Notte prima degli esami, oggi -film secondo me migliore ma con minor effetto novità- ma mi domando come e un po’ anche perché, ci sia tanto stupore, in giro, per il successo di un film del genere. Cito ad esempio BadTaste e soprattutto Cineblog, dove ultimamente sembra che non esista altro cinema al di fuori di Inland Empire.
Lo stupore è ingiustificato se pensiamo che da decenni, ormai, il trash del trash stravince su qualsiasi altro film arrivi nelle nostre sale a Natale, indipendentemente dalla qualità della concorrenza. E quest’anno la moltiplicazione dell’approccio trash, sommando gli incassi di Natale a New York, Olé e Commedia sexy, ha totalizzato oltre 32 milioni di Euro (più del film record della scorsa stagione, Il Codice da Vinci, con 28 milioni e molto di più di Natale a Miami, con 21) a dimostrazione che di fronte alla voglia di svago e divertimento del pubblico la moltiplicazione di un certo genere di film trova risposta negli spettatori.
Appresa questa lezione il “cinema italiano” che qualcuno vede morto, ha poi imparato che c’è spazio, in altri momenti dell’anno, per film altrettanto leggeri, ma meno trash, che comunque portano al cinema tanto pubblico e abbiamo così avuto l’avvio del filone Veronesi -da Che ne sarà di noi (2004) a Manuale d’amore (2005) e Manuale d’amore 2 (2007)- su cui poi si è innestato quello Notte prima degli esami (2006 e 2007) e su cui arriva oggi la sorpresa annunciata Ho voglia di te che, onestamente, non è un capolavoro quanto non lo sono gli altri, nonostante il cinema di Veronesi abbia un pizzico di cura in più rispetto ad Ho voglia di te, ma alla fine sia forse ancor più forzato (soprattutto l’ultimo), e quello di Brizzi l’abbia ottenuta (la cura), con il maggior budget ha disposizione per il “newquel”.
Non credo quindi che ci si dovrebbe sorprendere per il successo di questo genere di film, ma essere molto contenti del fatto che non ce ne sia stato soltanto uno, il monopolio Veronesi sul genere come invece c’è stato per anni il monopolio sul cinepanettone natalizio, perché più titoli di così tanto richiamo significano più gente al cinema, più risorse e anche più coraggio per chi nel cinema deve investire.
Sabato sera alle 22.30 sono andato a vedere Ho voglia di te. Mi sentivo un po’ fuori posto e provavo orrore più o meno ad ogni scena, eppure nel rispondere agli spettatori delusi dalla critica (più che rispondere, cercare di spiegare, perché poi è sacrosanto che ognuno la pensi come vuole) io credo che sia dovere della critica ricercare in un’arte popolare quale è il cinema il buono e il positivo quando e dove c’è. Anche in Italia sarebbe bene avere una critica più aperta, più disponibile a segnalare, riconoscere e premiare il buon intrattenimento, che non vuol dire che Ho voglia di te sia sta gran cosa, ma il pubblico è anche strastufo, con ragione, dell’approccio esclusivamente cinfefilo… che si omologa acriticamente in antitesi al cinema popolare. E’ quindi un gran bene che ci sia anche chi ritiene Ho voglia di te migliore di Inland Empire, anche se mi stupisce un po’ che siano i vecchi professori con le lenti sul naso dei quotidiani piuttosto che il mondo dei blog.
Il film è bruttino assai. Scamarcio è un vecchietto che si domanda “come saremo a trentanni” ma nel film gliene daresti quasi 40 e, per quanto qualcuno tra il pubblico commentasse che “ora con quest’altra se le è fatte proprio tutte, pure la Chiatti e la Bellucci”, nelle scene di sesso è terrificante (vi prego se vi capita guardategli il piede sinistro rattrappito nella scena che dovrebbe essere più hot con la Chiatti) eppure offre qualcosa in più della prostituzione sentimentale che trovate in tv quando tornate a casa e accendete sul GF o su Amici e il pubblico esce contento, che è l’unica cosa che più conta dopo aver speso i fatidici 7 Euro e 50!
Per andare e vedere qualcosa di meglio c’è sempre tempo e anche per far crescere lo spirito critico (“realistico su alcune cose, ma surrealistico su altre” il commento più divertente che ho colto all’uscita dalla sala) e poi… io non consiglierei mai ad un amico di andarsi a vedere Inland Empire al sabato sera… anche se nessuno è venuto con noi a vedere Ho voglia di te 🙂
PS: mentre scrivevo il post, anche BadTaste ha aggiornato dati e commenti su Ho voglia di te.