Perdonatemi il gioco di parole nel titolo. Forse un po’ troppo ricercato, ma se farete un piccolo sforzo di memoria, magari riuscirete a ricordare che esistono già due precedenti film con Tim Allen che interpreta lo stesso personaggio, lo scarlatto ciccione per eccellenza, quello che tutti, almeno da bambino, abbiamo aspettato alla vigilia di Natale, perché ci portasse qualche regalo.
È del 1994 il primo Santa Clause (The Santa Clause) e risale al 2002 Che fine ha fatto Santa Clause (The Santa Clause 2). Onestamente, non mi aspettavo che anche per questo personaggio potessimo aver bisogno di una trilogia, ma a quanto pare non la pensavano così produzione e regia, ed eccoci nuovamente avvolti dalle spirali festose della festa per eccellenza.
A quanto pare anche lo stesso Tim Allen non era convinto di voler indossare nuovamente i 35 chili di costume che gli servono per interpretare Babbo Natale, ma per sua stessa ammissione, alla riunione con i realizzatori ha offerto “qualche spunto di riflessione: come sarebbe il mondo senza Babbo Natale? Come ci sentiremmo senza un personaggio così affascinante? L’idea ha colpito tutti.”
Il Polo Nord è un fantastico mondo, così almeno ci viene rappresentato e sembra che lì la vita sia una bolla di vetro, fatta di colorati e magici segreti. Ma quello che c’è dietro ad una singola notte, è un lunghissimo periodo di preparazione da parte di folletti e magiche creature, che in aiuto a Babbo Natale (mi dispiace ma è più forte di me, ho le mie tradizioni e non riesco ad appellarlo come Santo..) si adoperano affinché tutto fili liscio.
Ma il personaggio interpretato da Tim Allen ha il suo bel da fare, la moglie, la signora Santa Clause, è incinta e aspetta un figlio da un momento all’altro; la storia della solitudine, dell’esilio al polo nord senza umani, amici o parenti che siano con cui condividere la giornata si trasforma in un vero e proprio fardello… e così fanno la loro comparsa in quel luogo top secret i suoceri di Santa Clause e la nuova famiglia dell’ex moglie.
A quanto pare il ciccione rosso, sposato due volte, un figlio all’attivo e uno in arrivo, ha una vita sessuale molto più interessante di quella che finivamo con l’attribuirgli, nell’immaginario comune in cui lo si voleva affiancare alla Befana…
Tim Allen è ormai a proprio agio in questa parte, lo dimostra il fatto che riesce a divertirsi e quindi a divertire. Cresciuto come cabarettista, ha doti comiche molto forti e il suo feeling con le commedie o prodotti con target per il piccolo pubblico, sono fuori discussione. Per citare solo due esempi, è sua la voce dello space rangers Buzz Lightyear nella versioni originale di Toy Story e Toy Story 2.
Ovviamente la pellicola è destinata ad un pubblico di bambini, classica uscita al botteghino preconfezionata, mirata solo ad un breve e ristretto periodo. Non mi stupirebbe se durante i giorni in cui sarà possibile vederla al cinema, passeranno sul piccolo schermo, i due precedenti episodi, ma tant’è, alle volte serve anche un film per creare l’atmosfera, quella giusta, capace di scaldarci il cuore e di risvegliare in noi l’antico sapore della bontà.
Perché il Natale non è quello sfarzoso, fatto di carte colorate, nastrini e luci lampeggianti, il vero Natale è quello che ospitiamo nel cuore, nel nostro piccolo e che ci fa sentire parte di qualcosa di buono e giusto.
Vi avevamo già mostrato il trailer, forse è il caso di rinfrescare la memoria…
Piccolo spoiler in chiusura, vogliate perdonarmelo: sui titoli di coda, alcune scene divertenti del makin off, una sorta di paperissima. Non ve ne andate prima di averli visti… 🙂