Torna sul grande schermo la storia di Kayako, la vera grande protagonista della lunga serie di film del regista giapponese Takashi Shimizu.
The Grudge 2 può considerarsi moderatamente indipendente dal precedente: la sceneggiatura vede tre storie distinte che andranno poi a relazionarsi, e solo una di queste inizia dove è terminato The Grudge; c’è infatti un passaggio del testimone da Karen (Sarah Michelle Gellar) alla sorella Aubrey (Amber Tamblyn). Aubrey continua dove la sorella ha lasciato, ed entra nel mondo oscuro del fantasma di Kayako insieme al cronista Eason (Edison Chen), alla ricerca di una soluzione per porre fine alla catena di morte rimasta finora inarrestabile.
La struttura del film non è lineare o cronologica: come in precedenza, la tecnica attuata dal regista è quella di spezzare la narrazione intervallando vari protagonisti con storie personali differenti in tempi diversi, per poi mostrarne i punti d’incontro: oltre al tema condotto da Aubrey e Eason a Tokyo – tra la storica casa maledetta e le indagini sul passato di Kayako, che mostreranno qualche lato finora sconosciuto – la trama è costituita dalle vicende di una goffa liceale vittima di un perfido scherzo e da un ragazzino che fatica ad accettare la nuova compagna del padre (Jennifer Beals) e che si troverà coinvolto nei misteriosi comportamenti dei vicini di casa.
La scena d’apertura del film si dimostra molto efficace e sorprendente [uno dei principali motivi per cui la Beals ha accettato il ruolo, a suo dire], e il coinvolgimento rimane teso per la prima mezz’ora dimostrando una freschezza dei contenuti e una buona padronanza delle tecniche più classiche in ambito horror.
Purtroppo ben presto si scivola in stratagemmi visti e rivisti: inquadrature che fanno intuire possibili colpi di scena e un abuso degli effetti sonori, per non parlare di visioni o scene di morte che suscitano più il sorriso che lo spavento.
Takashi Shimizu ha la capacità di raccontare ogni volta una storia diversa, ma rischia di rimanere congelato in un unico strato di base di cui forse cominciamo a sapere sin troppo.
The Grudge 2 non è un vero e proprio sequel, ma non si può considerare nemmeno un secondo episodio indipendente.
Parlando di The Grudge e di The Grudge 2 è impossibile non citarne i precedenti; si tratta infatti di remake (ma in questo caso la parola remake perde un po’ del suo significato così come sequel) di produzione americana di altri due film per il cinema giapponese di Takashi Shimizu, Ju-on: Rancore (2002) e Ju-on: Rancore 2 (2003). Questi ultimi, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non segnano l’origine della storia; bisogna risalire ulteriormente a quando il regista presentò per l’home video Ju-on e Ju-on 2 (entrambi del 2000).
In sostanza si tratta della stessa trama raccontata dallo stesso regista il sei lungometraggi differenti, che vanno a compendiarsi l’un l’altro.
Risulta difficile considerare singolarmente ogni film senza correlarlo con il precedente, anche se ognuno racconta una storia a sé utilizzando alcuni punti in comune.
Personalmente ritengo che gli ultimi episodi – malgrado le location giapponesi – abbiano perso un po’ di quel fascino slavato tipico degli originali insieme al clima ossessivo/claustrofobico e che abbiano invece ereditato dal prolifico horror americano alcune tecniche ormai troppo note per destare una qualche emozione.
Ma a quanto sembra, dovrebbe arrivarne un terzo capitolo (settimo, se volessimo considerare l’intera serie, o quinto nell’ambito cinematografico. Addirittura ottavo, se dovessi citare anche un cortometraggio girato nel ’98).
Il sito ufficiale: http://www.sonypictures.com/movies/thegrudge2/index.html.
Nelle sale da venerdì 10 Novembre.