Apes Revolution è il nuovo capitolo della saga del Pianeta Delle Scimmie. Per la precisione il sequel del reboot del prequel, se questa cosa ha un senso. È ambientato quindici anni dopo gli eventi del film precedente (ovvero L’Alba del Pianeta delle Scimmie), con l’umanità decimata da un virus che sulle scimmie ha, all’opposto, avuto effetti prodigiosi, accelerandone incredibilmente l’evoluzione. Ovvio che c’è chi parli allora di complotto delle scimmie chimiche…
Vi darò il consiglio che è stato dato a me: non fatevi troppi problemi quando guardate questo film. Sì, non è la solita americanata in cui niente ha senso, però ci sono alcune domande che inevitabilmente vi verranno alla mente. Del tipo: perché quella scimmia parla meglio del sindaco della mia città? Perché quella scimmia spara meglio di me in un videogioco di guerra? Perché quella scimmia sta cavalcando un cavallo?
Personalmente quando guardo un film e ho un dubbio sulla sceneggiatura penso “cosa farebbe Michael Bay?” Inevitabilmente nella mia testa prende forma l’immagine di uno sceneggiatore che esplode e tutto passa.
A quanto pare però non sia stato l’unico a storcere il naso guardando delle scimmie che cavalcano meglio di Zorro.
Sembra più “Il pianeta dei cavalli” #ApesRevolution
— Daniele (@DontKnowShame) 30 Luglio 2014
Le scimmie coi mitra a cavallo. Tutto il resto meno sballo. #PlanetoftheApes #ApesRevolution
— Paolo Cattaneo (@paolimmaginario) 30 Luglio 2014
Stasera vado a vedere le scimmie che cavalcano.
— Sono snob (@__FlyOver) 30 Luglio 2014
L’evoluzione delle scimmie è stata tale che spesso riescono a parlare con gli umani, visto l’andazzo probabilmente nel prossimo film si messaggeranno direttamente via Whatsapp.
"Apes Revolution", sul pianeta delle scimmie gli animali siamo noi – http://t.co/fuvfF2J7zT tramite http://t.co/UYigT0Nczp
— Mauro Barin (@MauroBarin) 31 Luglio 2014
Gli umani, al contrario, sembrano diventare sempre più stupidi. E ce la fanno da soli, senza bisogno di virus! I sopravvissuti all’epidemia si sono barricati in una fortezza improvvisata in mezzo a San Francisco, dalla quale non possono uscire senza alcun motivo apparente, dato che le scimmie vivono nella foresta e loro sono geneticamente immuni al virus. Di nuovo, sceneggiatori che esplodono e tutto passa.
Le scimmie si dimostrano più evolute anche nella gestione del potere. Il loro capo è Cesare (Andy Serkis in motion capture), perché lui le ha salvate e le ha guidate verso la libertà e loro lo rispettano. Il capo degli umani sopravvissuti invece è un certo Dreyfus (Gary Oldman) perché sì.
Inevitabilmente le due comunità vanno a scontrarsi dato che gli umani dopo essersi decimati con le proprie mani ed essersi rinchiusi da soli in una fortezza era da un po’ che non facevano niente di particolarmente stupido, e di certe cose dopo un po’ se ne sente la mancanza. Trovano una scusa qualunque e vanno a sparare a un po’ di scimmie perché all’idiota di turno sembrava una gran bella idea.
Da questo punto in poi il film diventa una vera storia di rivoluzione, piena di colpi di scena e azione. A chi, come me, è rimasto piacevolmente impressionato da questa storia e si ritrova a rimuginare sulle tematiche e sulle domande che questa ha generato, voglio dare un altro consiglio: per addormentarvi provate a contare gli sceneggiatori che avete fatto esplodere. Magari non funziona, ma vi assicuro che è una soddisfazione.